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Ifis: banche cederanno fino a 75 mld crediti deteriorati in 2019

Nel 2019 le banche italiane venderanno portafogli di sofferenze (npl) per un ammontare di 46 miliardi di euro e inadempienze probabili (utp) per 29 miliardi di euro, per un totale di 75 miliardi di crediti deteriorati, mentre nel 2020 è prevista la vendita di altri 43 miliardi di npl. Lo prevede Banca Ifis nel suo ‘Market watch’ sugli npl, diffuso in occasione dell’Npl meeting. Le cessioni aiuteranno le banche a conseguire gli obiettivi di npl ratio fissati dalla Bce anche se non tutte le transazioni riguarderanno portafogli ceduti da banche, in quanto è attesa “una crescente incidenza del mercato secondario”.

Il settore che fa più fatica a ripagare i propri debiti, si legge, è quello delle costruzioni, con un tasso di deterioramento del 7,6% dei prestiti, “ben al di sopra dei livelli pre-crisi” (2,1%), seguito dal real estate (2,2%). Le cessioni aiuteranno le banche a conseguire gli obiettivi di npl ratio fissati dalla Bce anche se non tutte le transazioni riguarderanno portafogli ceduti da banche, in quanto è attesa “una crescente incidenza del mercato secondario”.

In generale “l’Italia ha uno dei più forti tassi di riduzione delle esposizioni non performanti (npe) tra i Paesi europei ma rimane ben al di sopra della media europea”. Il rapporto tra npe e totale dei crediti si attesta attualmente all’8%, secondo solo a quello delle banche greche (41%) e portoghesi (10%), a fronte dell’1% di Germania, del 3% della Francia e di una media europea del 3%. Il sistema bancario italiano ha ceduto 173 mld di euro di crediti deteriorati dal picco della fine del 2015. Ma, secondo i dati dell’ ‘Npl market watch’ di Banca Ifis, diffusi in occasione dell’Npl Meeting, alla metà del 2019 restano ancora 168 mld di euro da smaltire. Nel complesso l’industria del recupero crediti deve gestire 330 mld di crediti deteriorati.

Il mercato degli npl continuerà ad “offrire nel medio termine ritorni interessanti” per gli investitori, ha detto l’ad di Banca Ifis, Luciano Colombini. Secondo Colombini “il prezzo dei crediti in sofferenza è atteso stabile o in moderato aumento per specifiche asset class”. Per quanto riguarda la “qualità dei nuovi crediti in sofferenza” è previsto un “miglioramento in termini di minore anzianità e migliore documentazione”.

Inoltre attraverso le cartolarizzazioni, sia con Gacs che senza Gacs, “sarà possibile investire con profili i rischio diversi”. Nel 2019, ha ricordato Colombini, i prezzi degli npl garantiti “sono stabili al 33%” mentre i prezzi medi degli unsecured “sono aumentati dal 6 all’8-9%”.

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