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Ecco il piano Ue da 1000 mld per un’Europa green

Un piano per un’Europa green che agevolerà la riconversione delle aree maggiormente dipendenti dalle industrie inquinanti. Ma non solo. In totale verranno messi a disposizione mille miliardi di investimenti nei prossimi dieci anni, di cui 100 destinati alla riconversione attraverso il ‘Fondo per la transizione giusta’. Si lavorerà anche per elaborare regole meno severe sugli aiuti di Stato per gli interventi pubblici nei settori eco-sostenibili. Ed è previsto che almeno un quarto del bilancio Ue sarà destinato a progetti ‘verdi’, con un coordinamento annuale con i governi per definire nel quadro del semestre europeo gli interventi necessari. Questi i principali aspetti del Piano di investimenti per una Ue sostenibile, il progetto della Commissione Europea che verrà presentato domani a Strasburgo, illustrato oggi da La Stampa.

Secondo la bozza del documento, la Commissione propone di dedicare almeno il 25% del bilancio Ue per investimenti in settori ‘verdi’, cioè 485 mld da qui al 2030, che però non sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi climatici intermedi. Altri 115 mld, quindi, arriveranno dal cofinanziamento nazionale nel quadro dei vari programmi legati ai fondi strutturali europei, il resto arriverà dai finanziamenti della Banca europea per gli investimenti e da privati attraverso il piano ‘InvestEu‘, programma di investimenti che, grazie all’effetto leva, mobiliterà 650 miliardi nei prossimi 7 anni. La Commissione vuole che almeno il 30% di questi finisca nel settore ‘green’. Si tratta di 195 miliardi al 2027 che diventerebbero 280 al 2030.

A completare la dotazione finanziaria dei 1000 miliardi ci sarà anche un nuovo Fondo per la transizione giusta creato per attutire i costi economici e sociali della riconversione energetica nelle aree più dipendenti dalle industrie inquinanti o che le ospitano, come nel caso dell’ex Ilva. Dovrebbe generare 100 mld di euro da qui al 2027. I soldi del fondo, fa sapere La Stampa, non arriveranno tutti dal bilancio Ue, le casse comunitarie metteranno a disposizione 7,5 mld che – secondo la Commissione – salirebbero a 30-50 mld grazie al cofinanziamento nazionale dei governi. I privati ne porterebbero altri 30-45 che si aggiungerebbero ai 26-30 miliardi di prestiti Bei.

Potrebbero cambiare le regole sugli aiuti di Stato, Bruxelles vuole infatti agevolare l’intervento pubblico nell’economia se finalizzato a favorire “il progressivo calo delle attività ad alte emissioni di carbonio e aiutare le regioni più colpite”. Anche qui potrebbero aprirsi spiragli per l’ex Ilva di Taranto.

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