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Antitrust al Tar: bloccare riassetto attività turistiche Aci

Dopo un tira e molla di sei mesi, alla fine l’Antitrust ha detto basta e ha deciso di chiedere al Tar di bloccare il riassetto delle attività turistiche che l’Automobil club d’Italia sta cercando di realizzare acquistando Blue Team Network, una società nata nel 1998 con cui l’ente intrattiene rapporti economici e legami societari da tempo. La decisione è stata pubblicata nel bollettino dell’Autorità per la concorrenza e il mercato, in cui si ripercorrono tutti i passaggi del franco confronto fra Aci e Autorità nel corso della procedura autorizzativa iniziata nel luglio del 2019.

L’operazione prevede che l’Aci in un primo memento ceda le proprie attività nel settore, oggi in mano alla controllata Ventura spa, vendendole a Blue team network per poi acquisire questa pagando in parte con il ricavato della cessione e in parte con un finanziamento da parte della controllante Aci. La riorganizzazione è la conseguenza della rottura dei rapporti con i soci e della società fondata nel 1998 da Roberto Valenti e Marco Rinaldo e Simona Annoni, nel 2018 ha fatturato 33,4 milioni con più di 900 mila euro di utile, e del tentativo dividere gli asset.

Al di fuori dello scopo non affine all’attività di Aci, sono queste le contestazioni che l’Agcm fa all’ente pubblico ricordando i limiti, molto spesso ignorati, che il Testo unico sulle partecipazioni pubbliche pone alle articolazioni dello stato nel costituire società: “L’operazione sottoposta all’attenzione dell’Autorità, appare contravvenire il principio della stretta necessità, in quanto i servizi offerti dalla società oggetto di acquisizione da parte di Ventura (società di Aci) risultano ampiamente travalicare i confini delle attività consentite dalla deroga legislativa e non strettamente necessari per il perseguimento delle finalità istituzionali di Aci. Con tale operazione, infatti, Aci acquista indirettamente la titolarità delle azioni di un importante gruppo societario attivo in molteplici settori del turismo”. Per fare cosa? Non si sa.

L’Autorità dice che le ragioni avanzate dall’Aci per spiegare l’acquisto sono state accompagnate da una “comunicazione carente di motivazione analitica, in violazione dell’art. 5, comma 1, del TUSPP, che impone all’amministrazione di motivare l’acquisizione non solo con riferimento alla necessità della partecipazione per il perseguimento delle finalità istituzionali dell’ente, ma altresì evidenziando le ragioni e le finalità che giustificano l’operazione, anche sul piano della convenienza economica e della sostenibilità finanziaria”. Dopo aver espresso i propri dubbi con pareri motivati a fine del 2019, a seguito della mancata ottemperanza di Aci, l’Agcm ha deciso di rivolgersi al Tar per far cancellare le delibere con cui l’Aci ha deliberato il riassetto.

Aci è ente pubblico dedicato alla promozione delle discipline motoristiche, al pari delle altre federazioni del Coni, e si finanzia con la gestione del pubblico registro automobilistico. Per anni è stato al centro di tentativi, mai riusciti, dei governi di chiuderlo per trasferire l’attività notarile alle motorizzazioni, beneficiando le tasche dei contribuenti automobilisti. Evidentemente il fallimento dei governi ha dato corpo alle aspettative dell’Aci che invece continua a pensare in grande e la scorsa estate ha deciso di continuare a sviluppare le proprie attività turistiche acquistando Blue Team network. Anziché approfittare della rottura con gli altri azionisti e uscire da queste attività accessorie.

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