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Coronavirus e petrolio: spread a 225 punti. Milano chiude a -11%

Covid

Nel finesettimana della stretta sul Nord Italia per il contenimento dell’epidemia di Covid-19, già si presagivano naturali conseguenze sui mercati, tanto da far ventilare a molti l’ipotesi di chiudere Piazza Affari per qualche giorno, per precauzione. Al di là delle misure ora necessarie, i timori si sono rivelati fondati: i listini mondiali, quello italiano su tutti, non hanno retto al doppio colpo inferto dall’emergenza coronavirus e dalla guerra del petrolio tra Arabia Saudita e Russia.

Il risultato è un’apertura catastrofica: Milano non riesce inizialmente neanche a fare prezzo, e alcuni dei titoli italiani sono arrivati a perdere fino al 12%. In Europa la perdita media dei listini è arrivata a toccare l’8%. In chiusura il Ftse Mib segna un ribasso dell’11,17% a 18.475 punti, mentre lo spread Btp-Bund vola a 225 punti, un balzo superiore al 20% rispetto alla settimana scorsa. Il rendimento del titolo decennale si attesta all’1,42%. Male anche le altre borse europee: Londra cede il 7,51%, Francoforte il 7,89% e Parigi l’8,39%.

Intanto Wall Street riduce i ribassi dopo l’avvio in profondo rosso sulla scia delle borse europee e del crollo del
prezzo del petrolio. Il Dow Jones Industrial cede il 5,40% a 24.393 punti e il Nasdaq il 5,35% a 8.116. Lo S&P500 è stato sospeso, per la prima volta dalla crisi del 2008, per circa 15 minuti per evitare le vendite dettate dal panico. I cali a Wall Street si sono attenuti, ma restano oltre il 5%. Non è andata meglio sulla piazza asiatica, con l’indice Nikkei a picco, che a Tokyo lascia sul terreno il 5,38% a 19.698,76 punti, registrando la peggiore performance da due anni a questa parte. Affonda anche la Borsa australiana, giù del 7,33%.

Oltre all’estensione dell’emergenza italiana e alle misure governative adottate per contenerla (che colpiscono uno dei maggiori centri dell’economia europea) i mercati scontano il peso della settimana precedente, caratterizzata da un’ondata di vendite. E all’emergenza coronavirus, al centro delle paure degli investitori, si è aggiunta proprio in chiusura di settimana, venerdì, la questione petrolio, con la ‘guerra’ provocata dal mancato accordo tra Opec e Russia sui tagli alla produzione di greggio per sostenere il prezzo del barile a fronte dell’emergenza coronavirus e dal probabile calo della domanda. Un mancato accordo che ha portato alla decisione ‘ostile’ dell’Arabia Saudita verso i russi di aumentare la produzione.

Alla vigilia dell’apertura le proposte di chiusura della Borsa (da Matteo Renzi e Giorgia Meloni, ad esempio) non sono state seguite da decisioni straordinarie: al momento ci si limita al monitoraggio da parte della Consob, l’autorità che potrebbe intervenire in caso di necessità. Come ha riferito il sottosegretario all’Economia, Alessio Villarosa, è stata avviata domenica “una interlocuzione con Consob, Banca d’Italia ed il Ministro Gualtieri al fine di predisporre tutte le opportune misure volte a tutelare la stabilità dei mercati finanziari e del risparmio dei cittadini. Ove non fosse possibile sospendere le negoziazioni, ho chiesto di valutare di disporre un divieto generale di vendite allo scoperto”. “Bisogna tutelare il sistema economico nazionale e bloccare ogni manovra speculativa ai danni dell’Italia e degli Italiani. Serve una risposta forte contro tutti gli attacchi che il nostro Paese ingiustamente sta ricevendo in questi giorni”, ha detto domenica Villarosa. Sul tema, era intervenuto anche il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, per il quale “sicuramente il problema di evitare che le transazioni finanziare ed economiche siano influenzate e influenzino questo delicato momento è un problema vero”. ”Sicuramente bisogna stare attenti” e ”bisogna evitare che le transazioni economiche siano influenzate dall’emotività e dalla difficoltà del momento”, ha sottolineato Baretta. ”Non voglio dire se bisogna o no prendere un provvedimento così drastico; però sicuramente il problema esiste: evitare che le transazioni economiche siano influenzate o condizionino questo momento delicato”.

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