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L’estate sarà un lusso per pochi

Fortune giugno 2020 editoriale estate

Stiamo attraversando settimane decisive per capire la reale entità dei danni economici prodotti dalla crisi innescata dal Covid-19. Finito il lockdown, iniziata la fase 2 di convivenza con il virus, lavoratori e imprese stanno prendendo le misure con la nuova realtà. Una ripresa, rispetto allo stop quasi totale di marzo, aprile e di una parte di maggio, ci sarà. Ma ci sono una serie di incognite.

 

La prima, cruciale, riguarda quanti riusciranno a partecipare e quanti, invece, saranno esclusi. La seconda, non meno importante, ci interroga sulla quota di Pil, ma anche di occupazione e di capacità produttiva, che si riuscirà a recuperare. Altro tassello chiave, le misure di politica economica che servono a limitare i danni. Arrivate con tre decreti, sono orientate a dare sostegno a tutti. Una scelta corretta in una fase di emergenza. Servono però, subito, procedure più rapide e una semplificazione di tutti gli adempimenti, perché i soldi alle imprese e alle famiglie continuano ad arrivare con un ritardo insostenibile. Soprattutto, serviranno provvedimenti più mirati, selettivi, per intervenire dove la crisi rischia di lasciare tracce irreversibili.

Quella che si sta aprendo sarà un’estate diversa. Le prescrizioni necessarie a controllare l’evoluzione dell’epidemia impongono comportamenti nuovi e incidono sulla possibilità di guadagnare di persone e imprese. Non solo. Allargano anche la distanza che c’è tra chi ha disponibilità economica e chi ha visto contrarsi, in alcuni casi fino ad annullarsi, il proprio potere d’acquisto. Il distanziamento sociale produce anche un distanziamento di classe. Con un effetto già piuttosto evidente: la ripresa non sarà per tutti e le vacanze diventano un lusso per pochi.

 

Ne parliamo con una serie di approfondimenti sui settori che ripartono e quelli che sono ancora fermi. Da una parte, chi ha potuto sfruttare una trasformazione digitale già matura e un’organizzazione pronta al lavoro da remoto, come l’Enel, o chi opera in un mercato che non ha risentito dell’effetto Covid: la nautica di lusso, la mobilità sostenibile, ma anche tutto l’indotto della cannabis legale. Dall’altra parte, chi ha subito la crisi senza possibilità di reagire: il settore immobiliare, l’alta velocità ferroviaria, i ristoranti, i B&B. Diviso il mondo delle startup, con quelle più tecnologiche e già solide che continuano a crescere e tante altre che muoiono. La sintesi in un’analisi che mette in evidenza la distanza fra garantiti e non garantiti e le prospettive che, insieme ai rischi, riguardano un futuro più europeo e più sostenibile, con due contributi raccolti per il ciclo ‘Ricostruzione’ di Fortune Italia, quello dell’ex premier Enrico Letta e del portavoce di Asvis, l’Associazione per lo sviluppo sostenibile, Enrico Giovannini. Sempre in tema ‘Ricostruzione’, pubblichiamo un focus sul settore industriale che nasce da un e-meeting dedicato.

 

Grazie al contributo della redazione americana, prosegue il confronto con quello che nell’Era post Covid-19 succede Oltreoceano. Dalla crescita esponenziale di Zoom, che si è imposta come la piattaforma di collaboration più efficace e intuitiva nella corsa al contatto digitale del lockdown, al modello Seattle, con le imprese e un’intera città capaci di costruire una reazione condivisa. In primo piano, anche il ruolo dell’automazione, con la robotica che può accrescere il suo peso nella ‘nuova’ società, e le conseguenze del calo a livelli storicamente mai visti del prezzo del petrolio.

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