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Lo sport riparte ma Covid ha bruciato 8 mld di dollari

nba contratto token Spencer Dinwiddie

Il Covid-19 concede una tregua, lo sport mondiale riparte verso il tortuoso percorso del risanamento dei conti. Almeno quello di calcio, basket, F.1, ovvero i movimenti sportivi che generano un maggior flusso di euro o dollari.

 

La Nba riaccende i motori a Disneyworld, formato con 22 squadre tra residui di regular season e playoff, otto restano a casa, con chiusura entro ottobre e ripartenza della nuova stagione a dicembre. Lebron James, James Harden, le altre stelle vivranno rintanate, tra allenamenti, partite, mascherine e gel igienizzanti, nella casa di Topolino e Paperino. Il potere dei soldi, che ha smosso anche il nuovo avvio del calcio italiano, salvando (forse) il tesoretto da oltre 200 milioni di euro in arrivo nelle casse dei club dalle tv a pagamento.

 

E lo stesso avverrà per Liga e Premier League, mentre pure la F.1 ha steso il piano per la partenza ritardata della stagione, otto Gp, iniziando dall’Austria, nella prima settimana di luglio. Insomma, il registratore riapre dopo mesi di ferie e migliaia di posti di lavoro andati in fumo, ma a quanto ammonta il danno economico per lo sport mondiale? Secondo le stime del market data americano Statista, l’ammanco corrisponde a circa otto miliardi di dollari.

 

Partendo dai 3,2 miliardi che i tifosi, gli appassionati, spendono nel loro sport di riferimento: dal biglietto (o l’abbonamento) per la partita, al merchandising, magliette, cappellini, divise. E il conto è salato anche per gli eventi sportivi giovanili annullati (700 mila a marzo, solo negli Stati Uniti) o rimandati, circa 2,4 miliardi di dollari. Mentre sono 2,2 miliardi di dollari per i mancati incassi dalla cessione dei diritti tv a pagamento, una questione che tocca anche l’Italia, con Sky e la Lega di Serie A finiti alle carte bollate per l’ultimo assegno dalla tv di Murdoch (233 milioni di euro) che sarebbero dovuti finire nelle tasche dei club di A, cifre finite nella maggioranza dei casi già a bilancio. Infine, 300 milioni di dollari perduti per i servizi a pagamento negli stadi, cibo, bibite, parcheggi, voci sempre più incisive nei bilanci delle società dello sport americano ed europeo.

 

Per i singoli sport, la stessa Nba che ha trovato la soluzione più glamour del lotto, ovvero Disneyworld, preferita a Las Vegas, ha perduto sinora 650 milioni di dollari, la stima di Statista, tra biglietti per le gare ed extra. Mentre la F.1 è in rosso per 602 milioni di dollari. Dunque, la giostra si rimette in moto. Sperando che il Covid-19 non decida di far riscendere tutti.

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