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Nuovo piano di Michel, l’Europa continua a negoziare

consiglio eu recovery fund

Siamo entrati nel quarto giorno di negoziati, ma l’Europa ancora non trova la quadra sul piano di aiuti Recovery Fund. Spaccata da una frattura che sta diventando sempre di più un abisso tra quei paesi che sono stati duramente colpiti dal Covid e che dunque reclamano un piano di aiuti corposo e senza condizionali o quasi, e quelli, cosiddetti ‘frugali’, che invece sono stati colpiti meno e vogliono limitare la portata economica dei sussidi.

 

Ci si aspetta una chiusura definitiva nella giornata di oggi, dopo che ieri sera, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha avanzato un piano che dovrebbe prevedere 400 mld di euro di trasferimenti e 390 mld di prestiti. Il piano iniziale prevedeva 750 mld, 500 di aiuti a fondo perso e 250 mld di prestiti, ma i frugali – Austria, Svezia, Olanda e Danimarca – hanno iniziato a ‘picconarlo’ già da subito, abbassando soprattutto l’asticella dei sussidi che non sarebbero stati rimborsati. Ieri hanno presentato, con il supporto anche della Finlandia, un documento comune da 350 mld di aiuti e altrettanti di prestiti: la portata totale del Recovery scenderebbe così da 750 a 700 mld con il taglio più consistente proprio sui sussidi. Un piano irricevibile per il premier Conte che non vuole scendere sotto quota 400 mld.

 

Il vertice con i leader europei riprenderà oggi intorno alle 16: secondo alcuni, la cautela è indice che ci stiamo avvicinando a un accordo. “Ci stiamo avvicinando allo zoccolo duro delle rispettive posizioni” e il “confronto diventa più risolutivo” ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, rientrando in hotel a Bruxelles, dopo la notte di lavori nel palazzo del Consiglio Europeo. “Spero che si possano iniziare a valutare alcuni aggiornamenti delle poste, frutto dell’intensa negoziazione di questi giorni”.

 

Sul tavolo resta sempre l’ipotesi avanzata venerdì del cosiddetto “emergency brake”, cioè il freno di emergenza che permetterebbe ai paesi nordici di bloccare le tranche di fondi per l’Italia e che trasferisce dall’Ecofin ai leader la discussione sulle politiche di rilancio nazionale.

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