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Istat: a luglio aumentano occupati e persone in cerca di lavoro

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Piccoli segnali positivi dopo i mesi di chiusura del lockdown. A luglio, dopo quattro mesi di flessioni consecutive, l’occupazione torna a crescere, segnala l’Istat, in particolare per le donne e per i dipendenti in tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34anni. Contemporaneamente, tuttavia, sale anche il tasso di disoccupazione, al 9,7% (+0,5 punti) e, tra i giovani, raggiunge il 31,1% (+1,5 punti). I due dati, che sembreranno contrapporsi, in realtà sono l’effetto “dell’aumento consistente” delle persone in cerca di lavoro nel mese preso in esame (+5,8% pari a +134mila unità). Aumento che, precisa l’istituto di statistica, è diffuso per genere ed età.

 

L’aumento dell’occupazione su base mensile (+0,4% pari a +85mila unità) coinvolge le donne (+0,8% pari a +80mila), i dipendenti (+0,8% pari a +145mila) e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 25-34enni; gli uomini occupati risultano sostanzialmente stabili, mentre diminuiscono gli indipendenti. Nel complesso, il tasso di occupazione sale al 57,8% (+0,2 punti percentuali). La rilevante diminuzione nel numero di inattivi (-1,6% pari a -224mila unità) riguarda uomini, donne e tutte le classi d’età. Il tasso di inattività diminuisce, attestandosi al 35,8% ( 0,6 punti). Il confronto tra il trimestre maggio-luglio 2020 e quello precedente (febbraio-aprile 2020) segnala comunque un livello di occupazione inferiore dell’1,2%, corrispondente a -286mila unità. Nel trimestre crescono, invece, sia le persone in cerca di occupazione (+10,4% pari a +218mila), sia gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,3% pari a +39mila unità).

 

Le ripetute flessioni congiunturali registrate a partire da marzo 2020 hanno contribuito a una rilevante contrazione dell’occupazione rispetto al mese di luglio 2019 (-2,4% pari a -556mila unità), che ha coinvolto uomini e donne di qualsiasi età, così come dipendenti (-317mila) e autonomi (-239mila); unica eccezione sono gli over50 con un incremento di occupati (+153mila) che, tuttavia, è dovuto esclusivamente alla componente demografica. Il tasso di occupazione scende in un anno di 1,3 punti. Nell’arco dei dodici mesi, le persone in cerca di lavoro diminuiscono (-1,8%, pari a 44mila unità), mentre aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+3,6%, pari a +475mila).

 

Come detto, nel mese di luglio sale anche il tasso di disoccupazione al 9,7% (+0,5 punti) e, tra i giovani, raggiunge il 31,1% (+1,5 punti). Il dato è dovuto all’aumento delle persone in cerca di lavoro (+5,8% pari a +134mila unità). Da febbraio 2020 “il livello dell’occupazione è sceso di quasi 500 mila unità e le persone in cerca di lavoro sono cresciute di circa 50 mila, a fronte di un aumento degli inattivi di quasi 400 mila”, continua l’Istat.

 

“Dopo quattro mesi di forti riduzioni, i segnali di ripresa emersi sul fronte dell’occupazione a luglio non possono essere interpretati con eccessivo ottimismo” commentano dall’Ufficio Studi di Confcommercio sui dati sugli occupati e i disoccupati a luglio diffusi dall’Istat. “Tra febbraio e giugno – si legge nella nota diffusa dall’associazione – si sono persi 556mila posti di lavoro che difficilmente verranno recuperati in breve tempo. Il ritorno ai livelli pre-pandemia appare lento e complicato, come testimoniato dalla riduzione del numero di lavoratori indipendenti che sottende un fenomeno di chiusura di imprese destinato a proseguire nei prossimi mesi”.

 

Più ottimista è apparsa, invece, il ministro del lavoro Nunzia Catalfo: ”Consci del fatto che ancora molto resta
da fare perché il virus non è sconfitto, i dati diffusi oggi dall’Istat che registrano una crescita dell’occupazione a luglio, una prosecuzione nella tendenza all’aumento del numero di ore lavorate pro capite e una espansione del segmento di persone in cerca di lavoro, rappresentano dei segnali positivi. Ora dobbiamo concentrare i nostri sforzi per garantire una solida ripartenza al mercato del lavoro puntando su investimenti, formazione e politiche attive e su strumenti, come quelli allo studio del ministero del Lavoro in vista del piano di riforme da presentare all’Europa per accedere agli stanziamenti del Recovery Fund, che favoriscano l’occupabilità dei nostri giovani: collegamento del mercato del lavoro con i percorsi di formazione sia secondari che universitari, staffetta generazionale con incentivi alle assunzioni di giovani, revisione e potenziamento del contratto di espansione, apprendistato e sistema duale. Un processo al quale lavoreremo insieme a tutte le principali forze del Paese” ha concluso.

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