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Leo Messi e i sogni dell’Adidas

Leo Messi nei sogni di Adidas sul volo Barcellona – Torino, verso la Juventus, per un (al momento improbabile) duo mediatico senza precedenti con Cristiano Ronaldo. E a pochi chilometri di distanza Neymar, stella del Paris Saint Germain, che rompe l’idillio con Nike dopo 13 anni, strizzando l’occhio a Puma. Il calciomercato che si è aperto da qualche ora, confinato dalla pandemia a una finestra tra fine estate e inizio autunno, potrebbe disegnare parabole inattese con la matita delle grandi multinazionali dell’abbigliamento sportivo.

Nike, Adidas, Puma: il peso del Covid-19 è finito sui conti del primo trimestre e pure del secondo, 7,3 miliardi di euro il costo del lockdown per i leader dell’abbigliamento sportivo. Dunque, mancati ricavi alle stelle e il confronto con il 2019, secondo i dati di SafeBettingSites, è impietoso: l’anno passato il mercato globale di riferimento si è arrampicato fino a 153 miliardi di euro di guadagni. Certo, gli stadi chiusi, i negozi serrati, il merchandising che arranca, industria di scarpini, tute, magliette colpita al cuore. Non si è retto l’urto del Virus, non è bastato l’investimento sull’e-commerce, che ha procurato dividendi soprattutto per Nike (complice il lancio della nuova linea Air Jordan), e le perdite continuano a crescere.

In questo contesto è maturata la virata impossibile: mettere assieme più stelle – nel caso di Adidas con Messi e la Juve, comunque in seconda fila rispetto al Manchester City di Pep Guardiola, favorito per arrivare alla Pulce – nella stessa squadra per dare un colpo al mercato, disegnare nuove mappe del marketing. E cercare di sfruttare dal punto di vista commerciale l’asse tra i due giganti del calcio dell’ultimo decennio, Messi e Ronaldo, formando un team di stelle, come avvenuto nella Nba dal 2010 in poi, con Lebron James insieme a Dwyane Wade e Chris Bosh ai Miami Heat e poi l’ammasso di All Star ai Golden State Warriors, Steph Curry, Kevin Durant, Klay Thompson e Draymond Green.

Ma il pallone avvinghiato al business in questa fessura di mercato traccia un altro divorzio storico, oltre a Messi che saluta la Catalogna: i colossi Nike e Puma sono al centro dell’intrigo che riguarda la fine del rapporto commerciale dopo 15 anni di Neymar con l’azienda dell’Ohio. Il brasiliano si era legato a Nike a 13 anni, quando era un piccolo predestinato del calcio mondiale parcheggiato al Santos, la squadra di Pelè. Nike avrebbe avuto anche un ruolo nell’addio di O Ney al Barcellona per Parigi, con il Psg che addirittura commissionò una maglia gialla, richiamo esplicito alla casacca della nazionale brasiliana.

Ora la storia è finita, Nike non intende spendere più cifre folli per vestire un campione ed è più orientata ad associarsi a figure sportive spendibili anche su temi sociali, come razzismo e intolleranza. E quindi ora tocca a Puma, che cerca da decenni l’erede di Diego Armando Maradona.

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