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Ue contro Bulgaria, Cipro e Malta per i passaporti facili

Non si può vendere la cittadinanza europea. I programmi di concessione della cittadinanza attuati da alcuni stati europei per ricchi e facoltosi investitori dovranno essere bloccati, almeno fino a quando la UE non avrà completato la sua ricognizione iniziata nel 2019 sui passaporti e visti facili offerti dai tre paesi membri. Sono le parole del commissario europeo alla giustizia Didier Reynders che riassumono il contenuto della lettera che apre la procedura di infrazione consegnata oggi ai rappresentanti di Bulgaria, Cipro e Malta, i tre governi accusati di vendersi i passaporti europei, offrendo una cittadinanza facile a facoltosi cittadini di paesi terzi, ma, ovviamente, esponendo l’Europa alle infiltrazioni del malaffare.

 

Per ora si tratta di una messa in mora e i tre governi chiamati in causa avranno 60 giorni per approntare una difesa. Ma la Commissione europea è fortemente intenzionata a mettere fine all’immigrazione dei ricchi, con passaporti e visti emessi con procedure poco trasparenti. La UE si è mossa preoccupata dal fatto che questi accessi agevolati al territorio della comunità avvengono con tempi brevissimi e una bassa qualità dei controlli di polizia.

 

I passaporti d’oro. Tre Stati membri della UE (Bulgaria, Cipro e Malta), si legge nel comunicato, attuano “programmi che concedono la cittadinanza del paese agli investitori a condizioni meno stringenti dei normali programmi di naturalizzazione”. E in alcuni casi non vige l’obbligo per gli investitori di risiedere fisicamente nel paese, né quello di avere legami effettivi con cui ricongiungersi prima dell’ottenimento della cittadinanza. Basta recarsi sul sito dell’ufficio per l’immigrazione di Malta per scoprire che tutto sommato attraverso la piccola isola del Mediterraneo è possibile accedere alla cittadinanza a buon prezzo. Infatti, l’ultimo programma aperto in agosto per 1.800 candidati è andato a ruba e si sta lavorando ad una nuova infornata proprio in questi giorni. Tanto che il governo maltese sta pensando anche di aumentare il costo. Singoli e famiglie dovranno versare a fondo perduto 750.000 euro, non più 650.000, e quote da 25.000 a 50.000 sono previste per ciascun famigliare moglie, figli e/o nonni al Fondo nazionale per lo sviluppo e il sociale. Acquistare una casa da 350.000 euro, o affittare un appartamento da almeno 1.300 euro al mese, infine investire almeno 150.000 euro in titoli emessi dallo Stato. Insomma, con un milione, euro più euro meno, è possibile diventare maltesi, in meno di un anno la procedura dura 240 giorni, e quindi cittadini europei. Una somma importante per i comuni cittadini, ma non per evasori e organizzazioni criminali estere che sarebbero ben contente di ottenere la cittadinanza europea per qualche loro affiliato garantendosi la libertà di ingresso sul territorio della comunità.

 

Stesso discorso per Cipro dove la missiva europea ha stoppato, e forse congelato, il nuovo programma in discussione al Parlamento proprio in questi giorni, per distribuire la cittadinanza locale a persone facoltose e segnalando ripetutamente che coì otterranno la cittadinanza europea.

 

La commissione ha puntato l’indice anche contro i visti d’oro. Attualmente 20 Stati membri dispongono di tali programmi, ovvero: Bulgaria, Cechia, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Regno Unito. La carta d’ingresso a tempo determinato che serve per superare i confini degli stati, sia da turisti sia per lavoro. Esiste anche un sito commerciale specializzato, goldenvisas, con tanto di listino internazionale.

 

Un permesso di soggiorno dà ai cittadini di paesi terzi il diritto di soggiornare nello stato membro in questione, ma anche di circolare liberamente nello spazio Schengen. La procedura semplificata di rilascio di questo tipo di visti, ha verificato la Commissione, non rispetta i livelli di sicurezza previsti per gli altri richiedenti: è poco sicura, poco trasparente e addirittura talvolta non prevede alcun obbligo di soggiorno per l’investitore nello stato membro. Peraltro, la conferma dei visti ripetuta nel tempo può portare al riconoscimento dello status di soggiornante di lungo periodo e trasformarsi in una procedura accelerata per ottenere la cittadinanza.

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