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Lo scontro tra Assodelivery e sindacati sui contratti dei rider

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Il tavolo di confronto per la definizione di un contratto nazionale è stato fissato per l’11 novembre dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, che ha convocato i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, Unione Rider Bologna e Rider per i diritti. I fattorini che ogni giorno consegnano i prodotti di tante imprese (che spesso contano sulla consegna a domicilio per sopravvivere) a quanto pare hanno già a disposizione un altro contratto, varato dall’associazione delle maggiori imprese di consegna, Assodelivery, e controfirmato dall’Ugl. Un contratto al centro di critiche profonde da parte dei sindacati e delle unioni dei lavoratori.

 

 

L’accordo di Assodelivery non è piaciuto neanche al ministero del Lavoro, alla ricerca di una quadra unica a livello nazionale. “La situazione dei rider, lavoratori giovani e precari, ci sta così a cuore che prima abbiamo emanato un decreto che garantiva tutele minime parametrate a quelle del lavoro subordinato e poi abbiamo aperto le porte del ministero per favorire la nascita di un contratto nazionale vero. Ora registriamo che c’è stato questo accordo parallelo che non va nella direzione auspicata dalla norma”, ha detto Catalfo in un’intervista al Manifesto. “Per questo ho deciso di riconvocare tutte le parti, comprese Assodelivery e Ugl, per mercoledì prossimo con l’obiettivo di arrivare ad un vero contratto in linea con il dettato normativo e condiviso dai rider”.

 

 

Secondo l’associazione i contratti individuali basati sull’accordo sono stati già firmati da “decine di migliaia di lavoratori”, e questo “è il solo contratto collettivo esistente nel settore del food delivery, nel quale AssoDelivery rappresenta oltre il 90% delle imprese”, ribadisce Assodelivery. Ma la vera innovazione fatta dall’accordo è quella “di fornire tutele e diritti anche nell’ambito del lavoro autonomo come previsto anche dalla legge 128 del 2019: l’autonomia è parte di un modello innovativo diverso rispetto ad altri settori. I rider possono lavorare per più piattaforme senza vincoli di esclusività, molti sono studenti, talvolta hanno già un lavoro subordinato e il delivery permette loro di poter ricevere anche una seconda entrata”.

 

 

Secondo Assodelivery “grazie a questo accordo abbiamo salvato l’industria e il lavoro: le imprese sono rimaste in Italia e 30 mila persone possono continuare a lavorare. Nel 2020 si arriverà ad oltre 1 miliardo di euro di fatturato aggiuntivo al settore della ristorazione, nonostante il Covid”, dice Matteo Sarzana, presidente Assodelivery a cui aderiscono Deliveroo, Glovo, Just Eat, Social Food e Uber Eats.

 

Il contratto nazionale, aggiunge Sarzana, “è un enorme passo in avanti tanto per il settore del food delivery quanto per i rider che collaborano con le piattaforme”, ed elenca: “introduce compensi minimi, indennità integrative, incentivi, sistemi premiali, dotazioni di sicurezza, assicurazioni, formazione, diritti sindacali e molte altre tutele, nell’ambito del lavoro autonomo”, rivendicando il fatto che “i diritti stabiliti dal contratto ora sono un minimo comune per tutte le piattaforme del settore mentre prima solo alcune imprese li avevano in parte già riconosciuto . Adesso, invece, sono obbligatori per tutte”. “Senza contare la sicurezza antiCovid garantita dalle piattaforme durante il lockdown: hanno fornito dotazioni di sicurezza, assicurazioni aggiuntive, hanno implementato la consegna senza contatto, “realizzando in brevissimo tempo un servizio sicuro”. In generale è il food delivery , conclude, ” ad essere oggi un servizio essenziale che ha dimostrato di essere un servizio sicuro per i rider, i ristoranti e i consumatori.

 

Ad Assodelivery ha risposto la Fit Cisl, secondo la quale sono oltre 10mila i rider attualmente impiegati nel Paese con paghe da miseria: i 10 euro lordi previsti non corrispondono neppure a un’ora di lavoro ma alla somma dei tempi che la piattaforma ha stabilito unilateralmente per ogni consegna. In altre parole dietro i 10 euro lordi all’ora c’è un calcolo insindacabile del datore di lavoro.

 

La stessa Assodelivery, ricorda il sindacato, “indisponibile alla convocazione di un confronto”, chiesto oltre 1 anno fa dal sindacato per “affrontare e risolvere” la mancanza di un contratto collettivo “che le loro prestazioni in maniera coerente all’impiego”. E non solo paghe basse ma anche, denuncia ancora Fit Cisl, assenza di “protezioni adeguate in caso di malattia, anche professionale, infortuni e quant’altro”. Per questo la Fit Cisl è pronta a mettere in campo “tutte le iniziative a tutela della salute, dei diritti e degli interessi legittimi dei rider, comprese quelle giudiziarie, atteso che ci risulta che a questi lavoratori non vengono applicate tutte le previsioni del protocollo sulla sicurezza sottoscritto il 20 marzo 2020 presso il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture poi diventato allegato 8 del Dpcm 24 aprile 2020 ”. Peraltro, conclude il sindacato, la situazione potrebbe essere sbloccata ricorrendo ad un contratto collettivo già esistente, “più adeguato a conciliare le tutele ai lavoratori” e che prevede, al tempo stesso, anche tutte le risposte per le esigenze di flessibilità delle aziende: quello della Logistica, Trasporto merci e Spedizione.

 

Alla vigilia dell’entrata in vigore di quanto sottoscritto da Ugl e Assodelivery, la Cgil aveva anche minacciato azioni legali. “Contro un accordo fortemente peggiorativo per i ciclofattorini, e contro i ricatti intimati dalle aziende ai lavoratori, costretti ad accettare il contratto pena il licenziamento, continueremo a batterci attraverso le tradizionali forme di lotta, ma anche con numerose azioni vertenziali dinanzi alla magistratura del lavoro”, ha detto la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti.

 

“Non c’è nulla di innovativo in questo accordo firmato a spregio sia della rappresentatività delle maggiori Confederazioni che del confronto aperto dal Ministero. Non è innovativo – spiega la segretaria confederale – un contratto che definisce autonomi lavoratori che non lo sono, negandogli così qualsiasi diritto, malattia, ferie, giusta retribuzione, è indegno il pagamento a cottimo”. “Per questo siamo in campo con una serie di vertenze legali. E di questi giorni – fa sapere Scacchetti – l’importante iniziativa del tribunale di Palermo che, in una vertenza con Glovo, ha proposto come conciliazione la riassunzione del lavoratore a tempo indeterminato”. “Inoltre, a tutela di un rider licenziato, il collegio legale delle tre categorie coinvolte (NIdiL, Filcams e Filt) ha presentato dinanzi al foro di Firenze un ricorso che tocca tutti gli aspetti più controversi dell’intesa Assodelivery, Ugl: dalla non rappresentatività del sindacato firmatario e alla sua natura ‘di comodo’, all’illegittimità del licenziamento, alla natura del rapporto di lavoro che l’accordo vorrebbe autonomo e non subordinato o eterorganizzato, come invece previsto dalla legge e dalla giurisprudenza”.

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