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Autostrade, arrestato Castellucci. L’intreccio giustizia-finanza

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Il crollo del Ponte Morandi continuerà a segnare per sempre il futuro di Autostrade. Quando la partita finanziaria per la cessione di Aspi (Autostrade per l’Italia) alla cordata guidata da Cdp è ancora tutta da giocare, arriva la notizia dell’arresto dell’ex amministratore delegato Giovanni Castellucci.

 

 

La notizia di oggi

 

Gli uomini della Guardia di Finanza hanno notificato la misura cautelare, con gli arresti domiciliari, al manager che ha guidato la società fino al gennaio del 2019, quando è stato liquidato con una cifra che sfiora i 13 milioni di euro e sostituito da Roberto Tomasi. All’ex numero uno di Aspi viene contestato il reato di inquinamento probatorio, oltre all’attentato alla sicurezza dei trasporti e alla frode in pubbliche forniture. Fino ad oggi, Castellucci avrebbe tenuto rapporti, anche professionali, con gli attuali dirigenti della concessionaria, tentando di depistare le indagini. Per questo, sono scattate le misure cautelari, che riguardano anche altri cinque dirigenti di Aspi.

 

L’offerta di Cdp

 

Dopo una prima proposta è arrivata il 28 ottobre scorso un’offerta dettagliata. Cassa Depositi e Prestiti ha dato (nuovamente) il via libera a Cdp Equity per la presentazione del Memorandum of Understanding per l’acquisizione dell’88,06% di Autostrade per l’Italia in mano ad Atlantia. Le modalità dell’affare sono le stesse, rispetto a quelle già proposte il 19 ottobre, come è la stessa la forchetta di prezzo (che dovrebbe andare dagli 8,5 ai 9,5 mld, mentre la richiesta sarebbe ancora a quota 11-12). La novità principale: nell’offerta viene specificato come nel caso i soci di minoranza di Aspi preferiscano esercitare il diritto di co-vendita delle loro azioni, è previsto che il Consorzio formato da Cdp possa acquistare fino al 100% di Aspi. Il Consorzio sarà capitanato da Cdp Equity, primo azionista con il 40% del veicolo attraverso cui sarà realizzato l’investimento (BidCo), che nominerà presidente e amministratore delegato sia di BidCo sia di Aspi. Il resto di Bidco è in mano ai due fondi esteri Blackstone Infrastructure Partners e Macquarie Infrastructure and Real Assets, che inizialmente deterranno ciascuna il 30% del veicolo. L’offerta si colloca, sottolineava Cdp, “nel solco di quanto prospettato da Atlantia e Aspi nella lettera al Governo del 14 luglio scorso ed è coerente con la mission di Cdp di sostenere stabilmente e nel lungo termine le infrastrutture strategiche. La presenza di Cdp è anche funzionale al presidio di un consistente piano di investimenti per l’ammodernamento della rete autostradale, l’accelerazione dei programmi di manutenzione e la promozione della logistica integrata e delle soluzioni a favore della mobilità sostenibile”.

 

La questione legale

 

Da sempre, da quando si è iniziata a vagliare l’ipotesi di un intervento di Cdp per Autostrade, la questione legale è stata al centro della discussione. Prima sì è ragionato intorno alla manleva. Cdp non avrebbe potuto accollarsi in futuro eventuali responsabilità derivanti dal processo sul crollo del ponte Morandi, che potrebbero essere molto ingenti dal punto di vista economico e finanziario. Allo stesso tempo Atlantia, una volta ceduta la concessionaria, non sarebbe voluta restare vincolata a eventuali cause risarcitorie. Poi, fatti alcuni sostanziali passi avanti nella trattativa, si è scelto di considerare i potenziali danni futuri di natura economica nella definizione del prezzo dell’offerta.

 

Lo scenario

 

E ora? Quanto e come incideranno gli scenari giudiziari nell’esito della partita finanziaria? Sono domande che inizieranno a trovare risposte già nelle prossime ore.

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