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Derivati Swap, Cassazione conferma risarcimento Bnl ad Altarea da 10,3 mln

Bnl deve risarcire 10,3 mln ad Altarea Italia, branch di Altarea Cogedim, multinazionale francese attiva negli investimenti immobiliari e presente in Italia con sei centri commerciali. Lo hanno stabilito le Sezioni unite civili della Cassazione in una sentenza depositata il 18 dicembre. La decisione conferma quanto già riconosciuto dalla Corte d’Appello di Milano, che il 30 giugno 2017 aveva accolto la richiesta di risarcimento del danno avanzata da Altarea Italia nei confronti della banca per un contratto derivato SWAP sottoscritto nel 2007 a protezione di un finanziamento di 38 milioni di euro ma che, in pochi anni, aveva portato la società immobiliare a pagare differenziali negativi per oltre 8 milioni di euro.

 

Nella sostanza, la Cassazione conferma la correttezza degli argomenti della sentenza di secondo grado, stabilendo anzitutto che le banche devono sempre rispettare gli obblighi di diligenza, correttezza e trasparenza previsti dall’articolo 21 del Testo unico della finanza (Tuf) anche quando, come nel caso in questione, la società che sottoscrive derivati è un operatore qualificato, esperto in materia di swap.

 

Alla contestazione, formulata nel ricorso di Bnl, secondo la quale la Corte d’Appello non aveva considerato le caratteristiche soggettive dell’operatore che aveva sottoscritto il contratto di Interest Rate Swap (Irs) e l’indisponibilità materiale del contratto di finanziamento cui accedeva l’Irs, la Cassazione risponde che ad “Altarea Italia Srl, che pure era un operatore qualificato, si applicavano nondimeno gli articoli 21 e 23 del Testo unico della finanza, con la conseguenza che la banca […] avrebbe dovuto provare di aver agito con la specifica diligenza richiesta, prova che invece non aveva fornito, in mancanza della produzione del contratto sottostante di finanziamento”.

 

La Cassazione, citando la sentenza di secondo grado, ricorda inoltre che “quanto all’indisponibilità del documento […], si deve ritenere che ove ciò fosse accaduto, Bnl sarebbe stata ugualmente responsabile per aver predisposto una strumento non adeguato alle finalità che il cliente aveva rappresentato”, ovvero la protezione del rischio del possibile rialzo del tasso variabile previsto dal finanziamento.

 

Nel suo ricorso Bnl sosteneva, inoltre, che la competenza a pronunciarsi sulla vicenda non fosse dei giudici italiani, in quanto le parti avevano sottoscritto un Master agreement Isda, che attribuiva cioè la giurisdizione per eventuali controversie “relating to this Agreement” ai giudici inglesi. Anche su questo la Cassazione conferma le argomentazioni dei giudici di secondo grado, per i quali l’espressione “relating to this agreement” andava intesa come relativa alle sole controversie attinenti al contratto e non anche a quelle pre o extra contrattuali, come quelle avanzate da Altarea, in relazione alla violazione dell’articolo 21 del Tuf.

 

“Il giudice di merito – scrive la Cassazione – ha condivisibilmente ritenuto che la domanda fondata su un titolo pre-contrattuale, dunque extra-contrattuale, appartenesse alla giurisdizione del giudice italiano, tanto più che in situazione sostanzialmente analoga queste Sezioni Unite hanno già individuato un criterio di radicamento della giurisdizione del giudice italiano nella circostanza che l’evento dannoso si sia verificato in Italia”.

 

Altarea, rappresentata in tutti i gradi di giudizio dagli avvocati Franco Fabiani e Marco Dalla Zanna dello Studio Fabiani di Como, ha avuto la meglio anche in relazione a un’altra delle contestazioni di Bnl: il fatto che fosse scaduto il termine per presentare il riconteggio dei danni maturati in corso di causa che in appello aveva consentito ai francesi di ottenere un ulteriore indennizzo rispetto a quello riconosciuto in primo grado. La causa, iniziata nel 2013, aveva infatti già portato, nel 2015, a un pronunciamento favorevole ad Altarea, ma per un importo minore, 8,2 mln.

 

Contattata da Fortune Italia, Bnl fa sapere di non avere commenti alla sentenza. In una nota Altarea, società quotata nel mercato Eurolist Euronext di Parigi, ricorda di avere già incassato in corso di giudizio, grazie a un pignoramento, il risarcimento di 10,3 mln, più rivalutazioni e interessi, riconosciuto adesso anche dalla Cassazione.

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