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La missione di Biden, non basta cancellare Trump

joe biden

Se ne va il peggiore di tutti. Il peggiore di sempre, Donald Trump. E arriva alla Casa Bianca un presidente, Joe Biden, che ha un compito essenziale: riportare alla normalità una democrazia profondamente lacerata da anni di decisioni sbagliate, di strappi e di oltraggi, culminati nell’assalto a Capitol Hill. La missione del nuovo Presidente passa da una premessa, cancellare Trump, ma deve avere un orizzonte più ambizioso, fare i conti con il trumpismo e dare le risposte che servono per tornare su un percorso progressista. Una rivoluzione che deve incidere sulle fondamenta della società, puntando sui diritti, l’istruzione, l’immigrazione e la sanità, e dell’economia, dalle politiche per il lavoro, al rapporti con le grandi corporation e alla riforma fiscale.

 

Prima serviranno provvedimenti, già pronti 17 ordini esecutivi, mirati a smontare la deriva imposta dall’ex Presidente. Si torna indietro, e bruscamente, su diversi fronti: stop alla realizzazione del muro anti-migranti al confine con il Messico, rientro degli Stati Uniti nell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), ritorno nell’Accordo di Parigi sul clima, revoca del ‘muslim ban’, la sospensione degli ingressi negli Usa dei cittadini di alcuni Paesi a maggioranza musulmana. “Il presidente eletto Biden agirà non solo per cancellare i danni più gravi dell’Amministrazione Trump, ma anche per iniziare a far avanzare il nostro Paese. Queste azioni sono audaci, iniziano il lavoro per realizzare le promesse fatte dal presidente eletto Biden al popolo americano e, cosa importante, rientrano nel ruolo costituzionale del presidente”, ha spiegato lo staff del neo Presidente.

 

Cambierà drasticamente l’approccio nei confronti della pandemia del Coronavirus. Dalla mascherina, che andrà indossata almeno per i primi 1oo giorni del suo mandato in tutti gli edifici pubblici federali e mezzi di trasporto che collegano i 50 Stati Usa, al rapporto con l’Oms, definita “essenziale” nel contrasto alla pandemia. Ancora, è previsto il ripristino della protezione di alcune riserve naturali, il blocco dei pignoramenti e degli sfratti per milioni di americani in difficoltà economiche a causa della pandemia. Arriverà anche un’ulteriore proroga ai pagamenti degli interessi sui prestiti d’onore per gli studenti universitari. Caldo il fronte immigrazione. Biden intende sottoporre al Congresso una riforma dell’immigrazione che aprirà di nuovo a milioni di stranieri senza permesso di soggiorno sul territorio Usa un accesso legale alla cittadinanza. Intanto, ordinerà alle agenzie federali da cui dipende il controllo delle frontiere di agevolare la riunificazione dei figli minorenni separati dai genitori durante le retate di migranti clandestini.

 

Poi, ricreate le condizioni per la convivenza democratica, dovranno arrivare le politiche che servono a trasformare le promesse elettorali in azione concreta. A partire dal terreno più difficile, la gestione della crisi economica. La ricetta Biden passa per la redistribuzione del carico tributario e l’aumento delle entrate per finanziare nuove spese da dedicare a infrastrutture, sanità e assistenza, istruzione, ambiente. L’obiettivo dichiarato, e ambizioso, è la ricostruzione della classe media. E la strategia per arrivarci capovolge nettamente il credo trumpiano. Biden vuole costruire un’economia che premi il lavoro e non solo la ricchezza. Le proposte fatte in campagna elettorale vanno in questa direzione: aumento del salario minimo a 15 dollari l’ora, rispetto dei diritti sindacali, un piano da 10 milioni di posti di lavoro grazie alla transizione verso la clean-economy, aumento dell’aliquota delle imposte sulle aziende dal 21% al 28%.

 

La strada è lunga ma è tracciata. E gli Stati Uniti di Biden sono pronti a rialzare la testa.

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