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Fmi taglia le stime sull’Italia: nel 2021 il Pil crescerà solo del 3%

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Dopo il crollo del 2020, che dovrebbe aver portato a un calo del 9,2% per il Pil italiano, anche la crescita del 2021 sarà inferiore a quanto previsto. Il Fondo monetario internazionale, infatti, stima che la ripresa di quest’anno si fermerà a un incremento del Pil del 3%, cioè 2,2 punti in meno di quanto ci si aspettasse. Si tratta del calo più forte fra tutte le principali economie considerate nell’aggiornamento del World Economic Outlook, appena diffuso dall’Fmi. Revisione in rialzo di 1 punto, invece, per il 2022, con un Pil italiano visto a +3,6%.

 

 

Gli stessi dati sulla crescita nel 2021 e 2022 costituiscono un primato negativo: sarebbe la ripresa più debole tra tutte le principali economie, insieme a quella tedesca, che nel biennio 2021-22 dovrebbe registrare rispettivamente +3,5 e +3,1% ma dopo avere limitato la contrazione dello scorso anno al -5,4%.

 

 

Lontanissime la Francia (–9,0% nel 2020 e nel biennio +5,5 e +4,1%) e soprattutto la Spagna che pur avendo fatto registrare lo scorso anno un crollo del Pil dell’11,1 quest’anno dovrebbe risalire a +5,9 e confermare la ripresa nel 2022 a +4,7%, in pratica tornando vicina ai valori pre-crisi.

 

 

Per quanto riguarda le altre stime del World Economic Outlook diffuso dall’Fmi, nonostante uno scenario globale ancora segnato da una ‘eccezionale incertezza’, l’economia mondiale dovrebbe crescere del 5,5% nel 2021 e del 4,2% nel 2022. La previsione per il 2021 è rivista di 0,3 punti rispetto a quella precedente, e riflette le aspettative di un rafforzamento dell’attività, sostenuto dalla diffusione dei vaccini nel corso dell’anno e dai consistenti interventi fiscali di stimolo in alcune grandi economie.

 

 

La ripresa prevista quest’anno segue il grave crollo del 2020 (che il Fondo stima a -3,5% a livello globale, un dato migliore di 0,9 punti rispetto alle previsioni precedenti) una contrazione che “ha avuto gravi ripercussioni negative su donne, giovani, poveri, lavoratori irregolari o che operano in settori ad alta intensità di contatto”.

 

 

Peraltro, ammonisce l’Fmi, “la forza della ripresa dovrebbe variare in modo significativo fra i diversi paesi, a seconda dell’accesso alle strutture sanitarie, dell’efficacia del supporto fiscale, dell’esposizione a ricadute transnazionali e delle caratteristiche strutturali” delle diverse economie. L’Fmi torna a ribadire la necessità di mantenere misure di sostegno “fino a quando la ripresa non sarà solidamente avviata” e pone l’accento sul bisogno di aumentare il potenziale di produttività, garantire una crescita ‘partecipativa’ e accelerare la transizione” verde.

 

 

In ogni caso, conclude l’Fmi, “è necessaria una forte cooperazione multilaterale per tenere la pandemia sotto controllo ovunque”. Intanto, dopo essere stata nel difficile 2020 l’unica grande economia ad avere messo a segno una crescita del Pil (+2,3%) , la Cina accelererà quest’anno la sua corsa con un balzo che il Fondo Monetario Internazionale prevede a +8,1%, seguito da un +5,6% nel 2022. Le nuove stime si sono leggermente abbassate, mentre l’Fmi rivede nettamente al rialzo la crescita degli Usa per il 2021 a +5,1 (+2 punti sulla previsione precedente), mentre il 2022 è leggermente abbassato a +2,5%.

 

 

L’Eurozona viene vista in crescita quest’anno del 4,2% (con un taglio di 1 punto soprattutto per il drastico abbassamento della stima dell’Italia) mentre il Giappone dovrebbe crescere del 3,1% (dopo il -5,1% del 2019) e il Regno Unito dovrebbe recuperare il 4,5% nel 2021 e accelerare a +5% nel 2022 dopo il drammatico -10% dello scorso anno.

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