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Digitale terrestre, Tar: no a Cairo e Persidera, confermati criteri Agcom

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Via libera del Tar del Lazio alla roadmap e ai criteri per il passaggio al nuovo digitale terrestre fissati due anni fa dal ministero dello Sviluppo economico (Mise) e dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom). Con quattro diverse sentenze, i giudici amministrativi hanno in parte respinto e in parte dichiarato improcedibili o inammissibili i ricorsi con cui Cairo Network e Persidera avevano chiesto di annullare la tempistica dello switch off, la delibera Agcom 129/19/Cons che aveva stabilito il nuovo Piano nazionale di assegnazione delle frequenze (Pnaf) e l’avviso con cui l’11 giugno 2019 il Mise ha avviato la procedura per riassegnare i diritti d’uso delle frequenze per il servizio televisivo digitale terrestre.

 

Al centro della contesa, la necessità per le tv di abbandonare entro il prossimo anno la banda 700 MHz destinata alla telefonia mobile del 5G. Con il refarming della banda dei 700 Mhz tutto il sistema del digitale terrestre italiano, che oggi viaggia su 30 frequenze (o reti), dovrà restringersi in metà spazio. La legge di bilancio del 2018 ha infatti stabilito che, per ogni vecchia frequenza detenuta, alle emittenti televisive venga assegnato in cambio mezzo multiplex DVB-T2, una tecnologia in grado di comprimere di un terzo i segnali tv digitali rispetto all’attuale DVB-T1. In particolare, per effetto di questo criterio, la delibera Agcom 129/19/CONS che ha adottato il nuovo Pnaf, ha stabilito che agli otto operatori nazionali che prima avevano in concessione 20 frequenze in tecnologia digitale, ne vengano assegnate 10 in DVB-T2, più ulteriori 2 da assegnare in una procedura competitiva a titolo oneroso di cui l’Autorità ha già stabilito i criteri ma per la quale si attende ancora il bando di gara.

 

In base ai nuovi criteri fissati da Mise e Agcom, due anni fa i diritti d’uso delle frequenze per il servizio televisivo digitale terrestre sono stati assegnati secondo questa ripartizione: 2 multiplex DVB-T2 e mezzo alla Rai, 2 multiplex DVB-T2 e mezzo a Elettronica Industriale (Mediaset), un multiplex a Prima Tv (in coabitazione con Elettronica Industriale), 2 multiplex DVB-T2 e mezzo a Persidera, mezzo multiplex a Europa Way e Premiata Ditta Borghini & Stocchetti di Torino. Contro questa ripartizione hanno presentato ricorso, contestandone i criteri per ragioni diverse, sia Cairo Network, che fa capo alla Cairo Communication, che Persidera.

 

L’azienda che fa capo al gruppo di Urbano Cairo sosteneva che il refarming non potesse essere applicato al multiplex che la società si era aggiudicata nella gara a titolo oneroso seguita all’annullamento del beauty contest del 2012. Ragione per la quale Cairo Network ha continuato a rivendicare l’assegnazione dell’intero multiplex anziché del mezzo DVB-T2, chiedendo di annullare il provvedimento con cui il 5 agosto 2019 il Mise le ha assegnato metà frequenza. Persidera contestava invece proprio il criterio di conversione, che prevede 0,5 multiplex per 1 rete, ritenendolo penalizzante, e sostenendo che sarebbe stato più corretto adottare un criterio di conversione di 0,6 multiplex per rete, pena una perdita in termini di capacità di trasmissione da parte dell’azienda. Secondo la società, inoltre, anche i 2 multiplex residui andrebbero assegnati agli operatori nazionali seguendo i medesimi criteri, senza ricorrere a una ulteriore gara. Argomentazioni e richieste respinte dai giudici del Tar, che hanno ritenuto legittimo l’operato di Mise e Agcom. “La scelta esercitata (quella del lotto pari alla metà di un multiplex) – si legge in una delle sentenze – ha carattere pienamente discrezionale (se non addirittura politico, essendo contenuta in una norma di legge a carattere programmatico), e non può essere censurata in questa sede”. Una decisione che i legali della due società, che già valutano l’appello, confidano di poter ribaltare davanti al Consiglio di Stato.

 

Nei due giudizi erano intervenuti anche la Rai, che aveva chiesto di accogliere il ricorso di Cairo Network e di dichiarare inammissibile o respingere quello di Persidera, e Mediaset (insieme a Elettronica Industriale), per chiedere di respingere o dichiarare inammissibili i ricorsi di entrambe le società.

 

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