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Signorini dg di Bankitalia, è più di una nomina

Ci sono nomine più significative di altre. Quella di Luigi Federico Signorini alla direzione generale di Bankitalia non solo è un ‘risarcimento’ personale ma ristabilisce il normale corso delle cose. Signorini sostituisce Daniele Franco, diventato ministro dell’Economia del governo Draghi, e prosegue una carriera che, in una stagione che sembra dimenticata, quella del governo giallo-verde, la politica ha provato a compromettere. Oggi il vento è cambiato. L’autonomia di Via Nazionale non è più in discussione e la scelta del Governatore Ignazio Visco, accolta dal Consiglio Superiore della banca centrale, come prevede la norma, sarà approvata con decreto del Presidente della Repubblica, promosso dal Presidente del Consiglio dei ministri di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentito il Consiglio dei ministri.

Oggi Draghi è il premier, Franco è il ministro dell’Economia e il Consiglio dei ministri è diverso.

Ma quello che oggi è quasi fisiologico, la promozione di un uomo che merita il posto che va a ricoprire, nel 2018 è stato uno strappo difficile da dimenticare. Con la Banca d’Italia nel mirino della retorica populista, la conferma per un altro mandato dell’allora direttore generale Salvatore Rossi, oggi presidente di Telecom, e di Signorini, allora vice direttore generale, è stata bloccata dal veto dei Cinquestelle e dalla Lega, che si è adeguata. Alla fine, Rossi ha fatto un passo indietro, lasciando spazio a Fabio Panetta (ora alla Bce) e Signorini è tornato al suo posto solo dopo mesi e per la fermezza con cui Visco ha difeso la sua scelta iniziale. Una pessima pagina nei rapporti istituzionali tra Bankitalia e Governo.

A distanza di meno di tre anni, il quadro è capovolto. Con Draghi a Palazzo Chigi, Franco a via XX Settembre, Signorini direttore generale di Bankitalia e Visco saldamente al suo posto. Oggi è la politica che è tornata a chiedere a Bankitalia, e ai suoi uomini, di indicare la strada per uscire dalla peggiore crisi che si ricordi. Per questo, quella di Signorini è più di una semplice nomina.

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