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VistaJet, 1 mld di dollari in nuovi aerei

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Da Luxury&Finance – È sicuramente un segno di buon auspicio quando le foto del water cannon salute con cui si inaugura un aereo riescono a ritrarre anche l’arcobaleno generato dai getti d’acqua: un simbolo che, nel suo legame con la prospettiva da cui si guardano le cose, pare intimamente connesso ai segreti del business di successo. Così, l’arcobaleno comparso a Malta all’inaugurazione dei primi Global 7500 deve aver donato una soddisfazione speciale alla compagnia di jet privati che, per prima al mondo, dispone adesso di un’intera flotta formata dagli aerei più a lungo raggio mai costruiti, in grado di volare per 17 ore consecutive raggiungendo le 7700 miglia nautiche e, in alcuni voli, anche le 8500. Valore commerciale? 75 milioni di dollari l’uno.

Per comprendere ancora meglio la potenza di questo risultato, bisogna pensare alla scommessa imprenditoriale che lo ha determinato. Ci vogliono infatti più o meno 20 anni di lavoro per avere un nuovo aereo: dal progetto alle autorizzazioni, dalle infrastrutture per costruirlo alla realizzazione del velivolo, c’è un viaggio lungo e complesso per rendere i suoi viaggi confortevoli e sicuri. Così, il fatto che una compagnia privata di trasporto aereo come VistaJet – che ha 17 anni ufficiali e ha opzionato 30 di questi aerei rivoluzionari 12 anni fa – oggi confermi l’ordine per arrivare ad avere, entro il 2022, una squadra di questi gioielli Bombardier del valore di quasi un miliardo di dollari rende bene l’idea di una visione vincente in partenza e capace di navigare attraverso i cambiamenti geopolitici che il mondo ha nel frattempo attraversato, compreso naturalmente il cielo in tempesta di un anno di Covid.

A fare la scommessa, d’altronde, era l’uomo d’affari svizzero Thomas Flohr, che ha costruito la sua fortuna fra Europa e Stati Uniti occupandosi di tecnologia. Da sempre appassionato di volo e auto da corsa, ha completato quattro volte la celeberrima 24 Ore di Le Mans a bordo di una Ferrari 488 GTE, affiancato dai piloti Francesco Castellacci e Giancarlo Fisichella. Il Vicepresidente e Responsabile marketing e innovazione di Vista Global (che controlla i marchi VistaJet e XO) è un altro italiano, l’emiliano Matteo Atti – una vita al servizio del lusso (Gucci e Bottega Veneta fra i brand per cui ha lavorato) e l’approccio sempre sorridente a un problem solving indomito. Nel febbraio dello scorso anno Atti aveva raccontato in esclusiva a Luxury and Finance le prime questioni poste dal Covid alla sua compagnia aerea e i progetti per ridurre l’impatto ambientale di un comparto che, per forza di cose, non ha esattamente la benedizione di Greta Thunberg. Oggi ci presenta anche lo studio The Future of Private Travel da lui commissionato per spiegare come quella che nel frattempo è divenuta la compagnia di charter privato più grande al mondo abbia fatto partire una vera e propria rivoluzione del lusso: la cooperazione.

Come siete rimasti in piedi mentre tutti erano (e in molti casi sono ancora) in ginocchio?

Innanzitutto, abbiamo sfruttato la nostra più grande fortuna che è quella di poter spostare la nostra flotta dove vogliamo – quindi, nel caso del Covid, dov’era consentito viaggiare: da subito in Asia, che per prima ha reagito alla pandemia, ora negli Stati Uniti. Poi, abbiamo impegnato sette persone ogni giorno per controllare le decisioni di ogni singolo Paese in merito alle regole sugli spostamenti dei suoi cittadini. Infine, mentre a novembre era tutto bloccato, abbiamo cercato di capire quali direzioni fosse possibile intraprendere.

Che cosa ha scoperto?

Noi siamo vettori per lo spostamento, ma c’è sempre un prima e un dopo il viaggio con noi – per business o per la vita privata. Nello specifico, abbiamo cercato di capire come coordinarci con hotel e resort di lusso e con le compagnie di yacht, ad esempio, e per la prima volta abbiamo trovato degli interlocutori pronti a collaborare aprendo una nuova strada.

E ha funzionato?

Per noi decisamente sì. In un anno in cui, a livello globale, il turismo e l’aviazione commerciale hanno perso il 65%; in cui il nostro segmento – l’aviazione privata – ha subito un calo del 25%; noi abbiamo invece vista una contrazione molto ridotta e la nostra market share è addirittura cresciuta, tanto che nell’ultimo trimestre del 2020 VistaJet ha acquisito più nuovi clienti di quanto non fosse mai accaduto nella storia della compagnia.

Che cos’ha convinto i viaggiatori di lusso a investire su di voi?

Da una parte, l’aver dimostrato il vero potenziale dell’aviazione privata – fra maggio e dicembre 2020 abbiamo donato numerosi voli ai Governi che dovevano far rimpatriare i loro cittadini rimasti bloccati in altri Paesi e alle associazioni mediche per trasportare materiali. Dall’altra parte, abbiamo cominciato a incrementare il valore del nostro servizio creando servizi door-to-door, che garantiscono la sicurezza in ogni momento del viaggio, non solo durante il volo sui nostri aerei: dalla porta di casa allo yacht per spostarsi, allo chef privato a disposizione. Siamo riusciti a rendere concreto il nostro claim Making Private Travel Simple e in molti hanno richiesto una nuova membership.

Avete ragionato come una super agenzia privata?

Esattamente. Quattro anni fa abbiamo aperto un Private Office per gestire richieste specifiche dei nostri membri: il noleggio di un’auto di lusso all’arrivo o l’accesso ai locali ed eventi più esclusivi. Con Private World abbiamo iniziato a gestire un nuovo tipo di complessità, dalle norme di sicurezza in partenza e all’arrivo fino al passaggio del testimone fra ogni momento del viaggio. E negli ultimi 12 mesi la visibilità di questo servizio è schizzata alle stelle.

Nessuno ci aveva mai pensato prima?

Certo, ma era difficile trovare un interlocutore che avesse interesse ad ascoltare. Il mondo del lusso, esclusivo per definizione, non avvertiva la necessità di aprirsi: chi lavora nell’eccellenza si è sempre concentrato sul suo prodotto, immaginando che il canale fosse un problema secondario. Quando però il canale si è bloccato, anche i migliori marchi hanno iniziato a prendere cura del canale stesso, per rendere possibile al cliente accedere al prodotto.

In quanti vi hanno seguiti?

Il nostro studio ha coinvolto più di 650 top players distribuiti fra hospitality, trasporti di terra, tour operator e travel designer. La ricerca ha dimostrato come, anche se le persone sono sempre le stesse, sia cambiato il mindset, innescando dinamiche di collaborazione prima inimmaginabili e ora ritenute imprescindibili dall’86,5% degli intervistati.

Dunque, avete dimostrato di saper portare a casa più risultati positivi anche mentre tutto il mondo attorno sembrava collassare. Il prossimo passo?

Stiamo lavorando al working from everywhere, cablando tutta la flotta con il wi-fi LuxStream che in volo dà performance analoghe alla banda larga di casa. Quando paghi 10/15 mila euro l’ora per viaggiare e, con i nuovi Global 7500, puoi viaggiare anche 17 ore di fila, non vuoi che siano 17 ore improduttive, giusto?

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