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Expo Dubai 2020, inaugurato il Padiglione Italia

Un’architettura ideata per evocare l’impegno del Paese sul fronte dello sviluppo sostenibile e dell’economia circolare. Con una cerimonia ufficiale, alla presenza del titolare degli Esteri Luigi di Maio e del ministro emiratino della tolleranza Ahayan Mabarak Al Nahayan, è stato inaugurato il Padiglione dell’Italia a Expo 2020 Dubai, al cui interno è anche collocata la celebre riproduzione, a grandezza naturale, del David di Michelangelo. La tappa segna l’ultimo miglio del percorso di avvicinamento a Expo 2020 Dubai, che aprirà i battenti il 1 ottobre 2021, dopo esser stato rinviato di un anno a causa del Covid. Sarà questo peraltro il primo evento globale dall’inizio della pandemia, il vero “banco di prova” – come l’hanno definito molti – della capacità di reagire ai contagi dimostrata dall’emirato con una campagna di vaccinazione di massa, rapida e incisiva, portata a termine prima dell’importante appuntamento.

Al varo dei tre scafi rovesciati che formano la copertura del Padiglione – progetto avveniristico a firma di Carlo Ratti, Italo Rota, Matteo Gatto e F&M Ingegneria – ha fatto seguito lo svelamento del gemello del David, posto al centro dell’edificio, frutto di un progetto di digitalizzazione e di riproduzione minuziosa dell’opera originale, realizzata tra il 1501 e il 1504 da Michelangelo Buonarroti e universalmente considerata un simbolo del Rinascimento italiano. Un progetto straordinario, per via delle tecniche sofisticatissime seguite, che ha fuso con successo la portata della storia italiana, con la nostra riconosciuta capacità d’innovare. Aspetti che Di Maio ha tenuto a sottolineare presentando il Padiglione Italia comeun’architettura ideata per mettere in scena con creatività e innovazione ‘la bellezza che unisce le persone’ “, ovvero il claim che guida la partecipazione italiana a Expo Dubai, dove per “bellezza” s’intende quella capacità di connettere, innovare e veicolare conoscenza che da sempre contraddistingue l’identità italiana. Il Ministro ha quindi colto l’occasione per invitare a “guardare oltre la crisi e trasformarla in opportunità, grazie al potere della bellezza”. Il progetto italiano a Expo, ha aggiunto, “rappresenta l’ambizione del Paese di divenire uno snodo culturale” e sarà anche “un’occasione unica per dare visibilità al Made in Italy e alle aziende innovative italiane” come, ad esempio, il Gruppo Boero che ha prodotto – con il contributo di Fincantieri – le vernici utilizzate per dipingere i tre scafi in modo da formare il più grande tricolore della storia italiana. Vernici interamente prodotte con scarti alimentari e compostabili. Oppure Ferrarelle, che ha contribuito alla riproduzione della scultura michelangiolesca fornendo parte del materiale ottenuto dal riciclo di bottiglie recuperate nell’ambiente, secondo i migliori principi dell’economia circolare.

E a proposito dell’imponente riproduzione del David, una delle attrazioni più attese a Dubai, il Commissario per la Partecipazione dell’Italia a Expo Dubai 2020, Paolo Glisenti, ha rimarcato come il progetto rappresenti un esempio riuscito di diplomazia culturale, ma anche messaggero di speranza: “uno sguardo sul futuro, oltre il male. Un futuro nel quale l’Italia può giocare un ruolo decisivo a partire proprio dall’Expo, il primo evento globale dopo la fase più acuta della pandemia”

Il Padiglione Italia si trova tra le aree tematiche “Opportunità” e “Sostenibilità” del Dubai Exhibition Centre, in una zona del sito considerata di grande affluenza, che dovrebbe essere visitata da circa 25 milioni di visitatori. I diversi progetti che vi saranno presentati raccolgono peraltro l’eredità di Expo Milano 2015, portando avanti la visione di sviluppo sostenibile contenuta nell’Agenda 2030 delle NU.

Hanno partecipato all’evento – con il ministro Di Maio e il commissario Glisenti -anche il Sindaco di Firenze Dario Nardella, il Ministro per la cooperazione internazionale e Direttore Generale di Expo Dubai Reem Al Hashimy, e il Ministro della Cultura e della Gioventù, Noura Al Kaabi, insieme ai progettisti del Padiglione: Carlo Ratti e Italo Rota.

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