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Gucci e Facebook insieme, causa per contraffazione nel Nord della California

Luxury&Finance – Violazione dei termini di servizio e delle condizioni d’uso di Facebook e Instagram, violazione dei diritti di proprietà intellettuale di Gucci, contraffazione dei marchi Gucci e concorrenza sleale: questi i capi d’accusa della causa che Facebook e Gucci hanno avviato insieme presso il Tribunale distrettuale nord della California contro una persona fisica che avrebbe utilizzato diversi account Facebook e Instagram per eludere le precedenti azioni e gli accertamenti di Facebook e per continuare a promuovere la sua attività online, vendendo prodotti Gucci contraffatti e violando i termini di servizio di Facebook e Instagram.

Tali termini vietano rigorosamente la violazione dei diritti di proprietà intellettuale, compresa la vendita o la promozione di prodotti contraffatti. “La collaborazione con brand come Gucci – sottolineano le due società – ha aiutato Facebook e Instagram a sviluppare un solido programma di protezione della proprietà intellettuale, che include, tra le altre cose, una procedura globale di notifica e rimozione. Nel 2020, Facebook ha rimosso più di un milione di contenuti sulla base di migliaia di segnalazioni da parte di vari brand, tra cui Gucci”.

Quest’azione legale, la prima congiunta per Facebook e Gucci, permetterà ai due player di unire le rispettive risorse e competenze allo scopo di rendere le piattaforme Facebook più sicure per i consumatori e le aziende consentendo così di connettersi, condividere, comprare e vendere online in maggior sicurezza. L’azione legale avrà anche lo scopo di lanciare un “forte messaggio a tutti gli utenti che promuovono e vendono prodotti contraffatti online che tali comportamenti illeciti non saranno tollerati”.

Un messaggio tanto più importante nel giorno in cui Altagamma e Bernstein insieme fanno sapere ha raggiunto il 23% della quota di mercato della distribuzione digitale dei beni di lusso, pari a 49 miliardi di euro, dai 33 miliardi dell’anno precedente, quando la quota era del 12%. A spingere sull’acceleratore sicuramente la pandemia, ma l’andamento al rialzo non si arresta.

Entro il 2025 si stima a un raddoppio, a 105 -110 miliardi di euro, per una quota del 30%. L’esplosione digitale è un tema che ingaggia fortemente i brand del lusso che già prima del Covid-19 dovevano confrontarsi con un calo del traffico e della produttività nei loro negozi mono-marca diretti. Ora si tratta davvero di una questione dirimente. L’Altagamma Retail Insight 2021, conferenza annuale di Fondazione Altagamma che ogni anno fotografa le evoluzioni del retail per il comparto dell’alto di gamma, mostra che un effetto importante della rivoluzione digitale è il consolidamento della vendita al dettaglio multimarca, ma soprattutto che gli effetti di rete favoriscono un risultato del tipo: ‘The winner takes all outcome”, con la conseguenza che le aziende che si affidano a piccole boutique online saranno le prime a patire. Nella ricerca realizzata da Bernstein, ‘Luxury Retail Evolution & the Digital Revolution’ si assiste a una crescita importante dei multimarca online, in particolare, Farfetch, Lyst, Mytheresa o Net-à-Porter, i quali hanno superato i department store più importanti.

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