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Eni, torna utile in primo trimestre. Progetto Ipo su gas, luce e rinnovabili

Conti in crescita nel primo trimestre per Eni, che intanto approva anche l’avvio di un progetto strategico per valorizzare la nuova unità di business Eni gas e luce e rinnovabili attraverso la quotazione o la cessione di un pacchetto minoritario del veicolo societario nato dall’integrazione tra le due attività.

Nel primo trimestre il gruppo ha realizzato un utile operativo adjusted di 1,32 mld, in crescita rispetto al quarto trimestre 2020 (+171%) e un utile netto adjusted di 270 mln pari a quasi cinque volte quello conseguito nel primo trimestre 2020. Ritorno all’utile per 856 mln dalla perdita di 2,92 mld dell’analogo periodo del 2020. Il flusso di cassa operativo ante capitale circolante al costo di rimpiazzo è pari a 1,96 mld a fronte di capex netti pari a 1,4 mld (-27% dal primo trimestre 2020). La produzione di idrocarburi nel primo trimestre si attesta a 1,704 mln di barili al giorno in calo del 4% rispetto al primo trimestre 2020. L’indebitamento finanziario netto ante IFRS 16 (leasing) è di 12,2 mld, in lieve aumento (671 mln rispetto agli 11,5 mld di fine 2020) per operazioni di M&A ed effetto cambio. Leverage invariato al 31%.

“In un primo trimestre ancora fortemente caratterizzato dagli effetti dei lockdown Eni ha evidenziato una robusta ripresa dei risultati, in particolare nel settore E&P e nella chimica”, commenta l’amministratore delegato Claudio Descalzi. Guardando più nel dettaglio i conti approvati ieri dal Cda presieduto da Lucia Calvosa, l’Ad di Eni osserva che “prosegue la crescita del nostro business retail G&P (+19% l’Ebit rispetto al 2020), grazie alla espansione dei clienti power e dei servizi extra-commodity. La performance di R&M è stata invece penalizzata dalla ridotta domanda di carburanti in Europa, derivante dalla pandemia, e da un margine di raffinazione negativo”. Nell’ambito di uno scenario complesso, aggiunge Descalzi, “l’Ebit adjusted a livello di gruppo di 1,3 miliardi è in linea con il primo trimestre dello scorso anno e risulta quasi triplicato rispetto a fine 2020. Si consolida inoltre la crescita dell’utile netto, pari a 270 milioni, quasi quintuplicato rispetto allo stesso trimestre 2020. Il trimestre ha registrato una generazione di cassa organica prima della variazione del capitale circolante di circa 2 miliardi, nettamente superiore agli investimenti del periodo di 1,4 miliardi”.

Riguardo agli scenari futuri, il numero uno di Eni afferma che “il progressivo miglioramento del quadro pandemico ed economico a livello globale ci consente di guardare con ottimismo ai prossimi mesi e di prevedere una generazione di free cash flow nell’anno superiore a 3 miliardi sulla base dei prezzi correnti del Brent di 60 dollari/barile. In questo contesto continueremo a perseguire la nostra strategia di transizione energetica e di decarbonizzazione, assicurando il rafforzamento della nostra struttura patrimoniale ed una politica di distribuzione competitiva per i nostri azionisti”.

Quanto al piano di valorizzazione della nuova società che nascerà dall’unione delle attività di retail e di energia rinnovabile, il progetto entrerà nel vivo nel 2022, spiega in una nota il gruppo: “Le opzioni in esame comprendono la quotazione in Borsa tramite un’offerta pubblica iniziale (Ipo), oppure la cessione o lo scambio di una quota di minoranza”. A oggi Eni conta circa 10 milioni di clienti, che considera una “importante fonte di valore per l’azienda”. La fusione delle attività retail e rinnovabili, il cui piano di sviluppo prevede un aumento significativo della capacità installata, aggiunge la compagnia, “massimizzerà la creazione di valore ampliando l’offerta di servizi, infrastrutture ed energia verde direttamente alla ampia clientela retail”.

La nuova società punta a sviluppare entro il 2025 una capacità di generazione elettrica da fonte rinnovabile superiore a 5 gigawatt. “Tale capacità – spiega Eni – sarà offerta alla crescente base clienti, di oltre 11 milioni entro quella data, con un Ebitda complessivo previsto in crescita, dai 600 milioni di euro del 2021 a oltre 1 miliardo di euro nel 2025”. Il progetto che vede già coinvolto un team Eni, supportato da advisor strategici e finanziari, conclude la nota, “fa parte del più ampio impegno della società per creare valore attraverso la transizione energetica e contribuirà al raggiungimento dei target di riduzione delle emissioni scope 3, una parte fondamentale della strategia che porterà Eni alla neutralità carbonica entro il 2050”.

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