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Boom immatricolazioni per effetto lockdown, ma -17,1% sul 2019

Immatricolazioni record ad aprile in Italia, con 145.033 autovetture a fronte delle 4.295 nello stesso mese del 2020, un aumento del 3.276,8%. Un rimbalzo, avverte il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, che va tuttavia considerato alla luce del fatto che ad aprile dello scorso anno il nostro Paese era in lockdown a causa della pandemia, con la chiusura obbligata di agenzie e concessionari. Lo stesso dato, se messo a confronto con il medesimo periodo del 2019, rivela infatti una contrazione dei volumi del 17,1%.

Una crescita dovuta all’effetto lockdown

Stesso discorso per i primi quattro mesi dell’anno: le immatricolazioni sono state 592.181, in crescita del 68,4% rispetto alle 351.703 unità del 2020, ma in diminuzione del 16,9% sul primo quadrimestre 2019. I trasferimenti di proprietà ad aprile sono stati invece 281.483 a fronte di 23.020 passaggi registrati ad aprile 2020, con un aumento di circa il 1.100%. Il volume globale delle vendite mensili, pari a 426.516, ha interessato per il 34% vetture nuove e per il 66% vetture usate.

I risultati di Stellantis

Sempre ad aprile, il gruppo Stellantis in Italia ha immatricolato 58.404 auto, in crescita del 2.077,6% rispetto allo stesso mese del 2020, quando le immatricolazioni erano state 2.682 (anche in questo caso va tenuto conto dell’effetto lockdown), con una quota del 40,3%. Nei quattro mesi le auto vendute dal gruppo sono 238.398 (+63,6%). Anche in questo caso la quota è del 40,3%.

Una situazioni più negativa di quello che appare

La situazione del mercato italiano dell’auto è tuttavia molto più negativa di quanto appaia dall’unico raffronto significativo, quello con il 2019, avverte il Centro Studi Promotor, perché allora non erano previsti incentivi per le vetture più richieste, quelle con emissioni di CO2 da 61 a 135 gr/km, mentre nel primo semestre 2021 questi erano in vigore per 250 milioni di euro. “Questo stanziamento – spiega il Centro Studi – ha sostenuto la domanda senza riuscire a compensare l’impatto della pandemia e a ciò si aggiunge che lo stanziamento si è esaurito l’8 aprile, ma ha continuato a operare per lo smaltimento degli incentivi prenotati prima e per un ulteriore modesto stanziamento di 13 milioni per utilizzare i fondi derivanti da incentivi prenotati nel 2020 e non utilizzati”.

Nel 2021 si rischia un risultato peggiore del 2020

La spinta degli incentivi prenotati prima dell’esaurimento delle risorse dovrebbe durare fino alla prima metà di maggio. Poi, secondo il Centro Studi Promoter, per il mercato dell’auto potrebbe aprirsi una crisi ben più severa di quella registrata nei primi quattro mesi dell’anno e che potrebbe portare il 2021 a chiudere anche molto al di sotto del risultato catastrofico del 2020 (1.381.646), anno in cui le immatricolazioni tornarono ai livelli di 50 anni fa. “Un ulteriore calo su questi livelli aprirebbe uno scenario catastrofico per il mercato italiano dell’auto che potrebbe precipitare addirittura sui livelli degli anni ’60 del secolo scorso con tutto quello che ne consegue anche per il Pil del Paese su cui l’incidenza dell’auto e del suo indotto tocca il 12,5%”. Per Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, è quindi necessario che “il Governo disponga, senza ulteriori indugi, il rifinanziamento degli incentivi previsti dalla legge di Bilancio per il 2021 senza aspettare il Pnrr perché i tempi sarebbero troppo lunghi e perché il Pnrr praticamente ignora l’automobile”.

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