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Dopo cinque anni di scontri, tra Vivendi e Mediaset arriva la pace

Dopo cinque anni di battaglie legali a tutto campo, tra Mediaset e Vivendi è l’ora della pace. I due gruppi hanno raggiunto un’intesa globale per mettere fine alle loro controversie rinunciando reciprocamente a tutte le cause e denunce pendenti, da quella per il portale Dailymotion al mancato acquisto di Premium, il pomo della discordia che aveva dato il via a tutta la controversia.

Ad annunciare l’accordo tombale, in una nota congiunta, sono state le stesse protagoniste delle contese di questi anni, Fininvest e Mediaset da un lato, la società di Vincent Bollorè dall’altro.

Vivendi, che è socio di Mediaset con una quota del 28,8%, si è impegnata a vendere in un periodo di cinque anni il 19,19% del capitale del Biscione detenuto da Simon Fiduciaria e Fininvest avrà diritto di acquistare le azioni invendute in ciascun periodo di dodici mesi al prezzo annuale stabilito.

Fininvest proporrà, inoltre, la distribuzione da parte di Mediaset di un dividendo straordinario di 0,30 euro per azione da mettere in pagamento il prossimo 21 luglio, per un ammontare totale distribuito ai soci di circa 350 milioni. Dopo lo stacco del dividendo, Fininvest acquisterà il 5% di Mediaset direttamente da Vivendi a 2,70 euro per azione (2,69 il prezzo di chiusura di Borsa) e Vivendi resterà con una quota residua del 4,61%. Fininvest e Vivendi si sono inoltre obbligate a votare a favore della delibera assembleare in cui sarà proposta la distribuzione del dividendo straordinario di Mediaset. Il closing dell’accordo è previsto per il 22 luglio 2021.

Per chiudere le cause pendenti riguardanti Dailymotion, il portale controllato da Vivendi pagherà 26,3 milioni di euro per definire il contenzioso relativo al copyright con Rti e Medusa, società del gruppo Mediaset. Con la pace Vivendi si impegna anche a favorire il piano di sviluppo internazionale di Mediaset, a rivedere lo statuto cancellando il meccanismo del voto maggiorato (sarà votato all’assise del 27 maggio) e a votare a favore del trasferimento della sede legale di Mediaset in Olanda (in programma all’assise del 23 giugno). Mediaset e Vivendi, recita la nota, hanno anche stipulato “accordi di buon vicinato nella televisione free-to-air e di standstill della durata di cinque anni”.

Riguardo ai dettagli della cessione della quota di Mediaset che fa capo a Simon Fiduciaria, che sarà venduta in cinque anni sul mercato, l’accordo prevede che: un quinto della quota sarà venduto ogni anno a partire dalla data di chiusura a un prezzo minimo di 2,75 nel primo anno, un quinto con prezzo minimo 2,80 nell’anno 2, un quinto con minimo 2,90 nell’anno 3, un quinto con minimo 3 euro nell’anno 4 e un quinto con minimo 3,10 euro nell’anno 5. Vivendi avrà il diritto di vendere l’intera quota in qualsiasi momento qualora il prezzo del titolo Mediaset raggiungesse 3,20 euro.

Il contenzioso tra il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi e il socio francese affondava le radici nel mancato acquisto, cinque anni fa, da parte di Vivendi di Mediaset Premium, nonostante un precedente accordo. Da lì era nata una guerra legale a tutto campo. In ambito amministrativo, sul congelamento della quota dei francesi in Mediaset eccedente il 9,9%, tutt’ora parcheggiata in un Trust, la Simon Fiduciaria appunto. In sede penale, con la Procura di Milano che il 12 dicembre ha notificato a Vincent Bolloré e all’ad di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, l’avviso di conclusione delle indagini per manipolazione del mercato e ostacolo proprio in relazione agli acquisti di azioni Mediaset effettuati nel 2016. In sede civile, con il tribunale di Milano che, chiamato a decidere sulla richiesta di risarcimento danni da 3 miliardi da parte del Biscione per il mancato acquisto di Premium e la conseguente scalata ostile, due settimane fa aveva stabilito che Vivendi avrebbe dovuto sì risarcire Mediaset, ma con appena 1,7 milioni di euro.

Proprio quest’ultima decisione ha probabilmente segnato la svolta, con la ripresa di trattative serrate tra i legali delle due parti per trovare un’intesa, fino all’accelerazione delle ultime ore e all’annuncio dell’accordo tombale.

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