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Report e il giornalismo da difendere

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Quando si parla del ruolo del giornalismo si finisce spesso per imbarcarsi in una scontata contrapposizione fra chi ne difende la funzione sociale e chi, al contrario, ne descrive una fine indecorosa. Un dibattito che si trascina, con le difficoltà oggettive del mondo dell’editoria e l’onda lunga della retorica populista a fare da sfondo.

Ora, un fatto nuovo riaccende i riflettori su un altro piano. Il Tar del Lazio ha ordinato a Report di rivelare le sue fonti, dando ragione all’esposto di un avvocato milanese citato in un’inchiesta della trasmissione sugli appalti lombardi. È una sentenza che può rappresentare un ostacolo insormontabile per quello che resta del giornalismo d’inchiesta.

La protezione delle fonti è l’ultima frontiera in un contesto già fortemente destabilizzato dalla crescita esponenziale delle querele, anche quelle temerarie, e da un potere contrattuale della stampa inevitabilmente indebolito dalla lunga crisi che sta attraversando. Non si può fare giornalismo d’inchiesta senza protezione delle fonti e il giornalismo senza le inchieste riduce, e di molto, la sua funzione sociale.

La reazione della Rai e di Report è proporzionata all’entità del problema. L’azienda ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato e il conduttore della trasmissione di Rai Tre, Sigfrido Ranucci, ha assicurato che “non rivelerà le sue fonti”. La direzione di Rai3 ha parlato di una sentenza che ”è un precedente gravissimo, un attacco all’indipendenza e all’autonomia dell’informazione”.

Il tema centrale è proprio il futuro dell’informazione e del giornalismo. Se non si vuole rinunciare a un presidio della democrazia, non si può continuare a spogliare i giornalisti delle tutele minime indispensabili per continuare a fare il loro mestiere. Va difeso il lavoro di Report e quello di tutte le testate che non vogliono rinunciare a raccontare la realtà, indagando, scavando dietro le cose. Devono poterlo fare senza rischiare continuamente di essere fermati da una pressione legale sproporzionata. E, ovviamente, devono poterlo fare proteggendo le loro fonti.

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