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Smart working, le big tech prendono tempo

donne salute

A gennaio, i dipendenti di Apple torneranno in ufficio. Lo stesso vale per la maggior parte dei dipendenti di Facebook, seguendo la stessa politica adottata da altri giganti come Amazon. Al contrario, Netflix non ha ancora stabilito una data precisa per il ritorno in ufficio, ma ha reso obbligatoria la vaccinazione per il proprio personale. In sintesi, la variante Delta e l’aumento dei casi di Covid-19 hanno determinato un cambiamento radicale nelle scelte riguardanti il lavoro in presenza per le grandi aziende tecnologiche. Ancora smart working, ancora lavoro da casa. Il ritorno in ufficio dipenderà naturalmente dall’andamento della pandemia, dalla diffusione delle varianti, dalla risposta della popolazione e dalla percentuale di persone vaccinate.

COVID DETTA LE REGOLE ALLE BIG TECH

A giugno, Apple aveva richiesto ai dipendenti di lavorare in ufficio almeno tre giorni alla settimana, invitando tutti a indossare le mascherine. Anche Microsoft aveva previsto tre giorni settimanali in ufficio, mentre Uber aveva pianificato una presenza di almeno il 50%. Facebook aveva ipotizzato la scelta tra lavoro da casa e lavoro in ufficio a tempo indeterminato, una possibilità estesa anche ai dipendenti internazionali. Twitter aveva considerato l’opzione dello smart working permanente, ma a causa dell’aumento dei contagi, aveva chiuso di nuovo gli uffici riaperti di recente a New York e San Francisco. Secondo Bloomberg, che cita dati di Google, la presenza in ufficio nelle capitali del lavoro tecnologico e finanziario è ancora limitata. A San Francisco solo il 19% dei dipendenti è tornato in ufficio, mentre a New York e Londra la percentuale si attesta tra il 50% e il 55%. In Asia, dove il Covid-19 è più diffuso, lo smart working è una prassi comune: il 33% dei dipendenti lavora in ufficio a Singapore, mentre solo il 3% a Hong Kong.

IL LAVORO CHE DEVE CAMBIARE

È evidente che anche in Italia si debba avviare una nuova era nell’organizzazione del lavoro. Tuttavia, la risposta alla necessità di un cambiamento culturale è diversa a seconda delle aziende. Generali, in un accordo sperimentale della durata di dodici mesi a partire dalla scadenza dello smart working semplificato (attualmente fissato al 31 dicembre 2021), ha garantito ai dipendenti il diritto alla disconnessione durante lo smart working: le videochiamate saranno attivate solo fino alle 18, con pause di almeno 10 minuti tra una riunione e l’altra, e non ci sarà l’obbligo di rispondere alle comunicazioni aziendali (chiamate telefoniche, email) al di fuori dell’orario di lavoro normale. Facebook e Twitter stanno lavorando per differenziare le retribuzioni in base alla città in cui si svolge il lavoro, mentre altre aziende più piccole garantiscono ancora la stabilità degli stipendi, indipendentemente dalla sede e dalla modalità di lavoro.

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