La partita di calcio della prima giornata del Campionato di Serie A è un rito sacro e collettivo. Per DAZN, è stato soprattutto un esordio difficile. Si temevano problemi tecnici e sono puntualmente arrivati. L’app che deve rivoluzionare il modo di seguire il calcio, dal satellite di Sky allo streaming c’è un salto tecnologico importante, rischia di rilevarsi un passo falso che nessuno si può permettere.
L’investimento e la scommessa di DAZN potrebbero rilevarsi un azzardato salto nel vuoto. Se il servizio non tornasse all’altezza nell’arco di un fisiologico periodo di assestamento, qualche domenica al massimo, gli italiani saranno ancora più impietosi di quanto non siano stati, a caldo, via social network.
Vedere una rotella che gira su un’immagine ferma è un affronto troppo grande per la sacralità del calcio.
Prima ancora delle discutibili scelte editoriali (in parte anche queste imposte da limiti tecnici che si sperano solo temporanei) sulla mancata introduzione delle partite da uno studio centrale e, soprattutto, senza la fruizione simultanea di una diretta goal, è in discussione la fruizione minima del servizio: serve almeno una qualità che consenta di vedere le partite.
DAZN si è aggiudicata i diritti per i prossimi tre anni di serie A investendo tanto. Da un punto di vista economico e anche dal punto di vista dell’immagine e della capacità di accorciare i tempi di una rivoluzione tecnologica.
I salti tecnologici sono sempre difficili. Questo, però, non può avere troppi margini di prova. Il calcio è sacro e la pazienza dei tifosi è poca. DAZN deve fare qualsiasi cosa utile a ritrovare rapidamente la fiducia degli utenti. E c’è un solo modo per farlo: far vedere le partite in modo decente, da subito. Poi ci sarà tempo anche per crescere e per migliore tutto il resto.
