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Lecce (Intesa Sp): welfare aziendale fattore chiave del sistema produttivo

Il welfare aziendale e territoriale si sta rivelando una delle principali chiavi per la ripartenza del Paese dopo la pandemia. Il settore bancario, compreso quello assicurativo, sta prestando sempre più attenzione allo sviluppo delle tematiche legate al welfare sussidiato. In particolare, la principale banca del Paese ha dimostrato grande interesse in questo ambito. Questo è quanto afferma Andrea Lecce, responsabile della direzione Sales & Marketing “Privati e Aziende Retail” di Intesa Sanpaolo.

Dal nostro punto di vista, quale sensibilità dimostrano le aziende nei confronti del welfare e del benessere dei propri dipendenti?

Il welfare aziendale sta diventando sempre più un fattore chiave per stimolare il sistema produttivo e può contribuire in modo significativo al miglioramento dell’ambiente di lavoro, soprattutto in un momento come quello attuale, caratterizzato da una solida ripresa economica. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che le strategie di welfare aziendale rappresentano uno strumento importante per soddisfare le priorità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che vanno dalla salute alla conciliazione vita-lavoro, con particolare attenzione alle donne, ai giovani, alle famiglie e alla comunità nel suo complesso. Infatti, l’impatto sociale generato dal welfare aziendale migliora il dialogo delle aziende con il territorio di riferimento. Il welfare può svolgere un ruolo importante nell’aumentare la reputazione sociale delle aziende, coinvolgendo i dipendenti per favorire il benessere individuale e lo sviluppo delle comunità e delle aree locali.

Qual è la visione di Intesa Sanpaolo in merito a questo tema?

Come Gruppo Intesa Sanpaolo, riteniamo che occuparsi di welfare aziendale rappresenti un servizio ad alto valore aggiunto per supportare le aziende clienti, generando valore sia per le aziende stesse, sia per i dipendenti e le realtà locali.

In cosa consiste concretamente la vostra offerta?

Nel 2017 abbiamo creato una piattaforma chiamata Welfare Hub, che è stata successivamente estesa anche alla rete ex Ubi, al fine di aiutare le aziende clienti nella gestione dei programmi di welfare aziendale destinati ai loro dipendenti. Questa piattaforma offre benefici sotto forma di beni e servizi, alternativi al denaro, in conformità alle opportunità offerte dalla normativa fiscale. Attraverso il Welfare Hub, una piattaforma digitale e multicanale accessibile da PC, tablet e smartphone (ora disponibile anche come app), i dipendenti aziendali possono utilizzare il loro credito welfare per scegliere tra una vasta gamma di beni e servizi, suddivisi in categorie di maggiore interesse per loro, come casa e famiglia, salute e benessere, risparmio e tempo libero, viaggi e mobilità.

Oltre alla possibilità di richiedere voucher per l’acquisto di beni e servizi, i dipendenti possono anche richiedere il rimborso delle spese sostenute (previste dagli articoli 51 e 100 del TUIR), destinare il credito welfare alla previdenza complementare o alla cassa sanitaria aziendale. Inoltre, attraverso il Welfare Hub, i dipendenti hanno accesso a una selezione di prodotti con un forte valore legato al welfare offerti dal Gruppo Intesa Sanpaolo, che vanno dalla salute alla previdenza, dai finanziamenti alle polizze assicurative, dai mutui “green” e per i giovani ai finanziamenti a impatto sociale, per rispondere alle esigenze quotidiane o a momenti specifici della vita. In assenza di credito welfare, i dipendenti possono comunque accedere a una sezione dedicata all’offerta di partner terzi che offrono beni e servizi a tariffe agevolate.

Potrebbe fornirci alcuni dati per avere un’idea dell’entità di questo fenomeno?

Attualmente, Welfare Hub conta più di 3.700 contratti sottoscritti, che coinvolgono circa 170.000 dipendenti. Circa il 55% di questi contratti è stato sottoscritto da aziende con meno di 25 dipendenti, rappresentando quindi la realtà imprenditoriale italiana. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, il 50% dei contratti di Welfare Hub è concentrato nel Nord Italia, il 30% nel Centro e il 20% nel Sud. Durante il periodo della pandemia, i servizi più richiesti sono stati i voucher e i buoni spesa, anche a causa dell’intervento normativo che ha raddoppiato l’importo agevolato dal punto di vista fiscale per il 2020 e il 2021. In particolare, c’è stata una grande preferenza per l’area casa e famiglia. Tuttavia, stiamo gradualmente notando un rinnovato interesse per l’area svago e tempo libero.

 

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