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Crisi infinita: il caso Whirlpool ancora senza soluzione

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Il caso Whirlpool, ancora senza soluzione, è la fotografia di quello che non funziona nella politica industriale. La versione completa di questo articolo, a firma di Nicola Sellitti, è disponibile sul numero di Fortune Italia di ottobre 2021.

ALL’APPELLO MANCANO solo il Presidente della Repubblica e il Pontefice. Hanno parlato in tanti, forse in troppi, e pochi si sono realmente esposti per fermare i licenziamenti degli operai della Whirlpool di Napoli, forse la crisi industriale più sanguinosa del Meridione, tra i tanti tavoli aperti e i lavoratori in bilico.

È stato scongiurato, per ora, il licenziamento collettivo che era previsto il 29 settembre per 350 dipendenti della sede della multinazionale americana degli elettrodomestici che si trova a Napoli Est, crocevia di aziende in decadenza e aree degradate.

La multinazionale ha accettato di prorogare la scadenza della procedura a metà ottobre, per portare avanti una serie di incontri su un nuovo piano, anche grazie all’intervento del Consorzio per la reindustrializzazione di Napoli.

Si è arrivati a questo punto dopo una sequenza di appelli, autostrade bloccate, iniziative al porto di Napoli, striscioni sui monumenti, la voce degli operai in tv, infiniti e inutili tavoli tecnici al Mise e la sfilata di politici, ministri, associazioni di categoria, sindacati che non sono finora riusciti a invertire la rotta.

Ovvero, costringere la multinazionale del bianco a tener fede ai patti siglati, all’accordo quadro sottoscritto il 25 ottobre 2018 (al Mise c’era l’attuale ministro degli Esteri, Luigi Di Maio) con Confindustria e sindacati, con l’impegno a investire 18 mln di euro per il rilancio di Napoli, produzione di lavatrici di alta gamma, ottenendo in cambio la cassa integrazione per tutta la forza lavoro di Whirlpool in Italia (circa 5500 dipendenti), assieme a un robusto pacchetto di agevolazioni fiscali e sostegni per il piano industriale.

Una boccata d’ossigeno per la sede napoletana, fondata nel 1949 con il nome di Serit, poi divenuta Siri, e quindi Ignis. Napoli era il baricentro anche della sigla del Piano industriale 2015-2018 per il percorso di integrazione tra Whirlpool Europe e Indesit Company Spa, con la ridefinizione di un nuovo assetto industriale e commerciale. Obiettivo, diventare il primo polo in Europa. Una volta fallita la mission, l’incredibile marcia indietro a sette mesi dall’accordo quadro.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di ottobre 2021. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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