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Attuari, lo sguardo che disegna il futuro del rischio e del welfare

Gli attuari hanno un ruolo sempre più determinante nella valutazione della sostenibilità dei sistemi di welfare e quindi nelle decisioni che riguardano pensioni, sanità, assistenza ad anziani e disabili, lavoro e disoccupazione. Come ha ricordato il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, nel suo intervento al Congresso nazionale degli attuari, il welfare ha scalato i primi posti nelle agende di tutti i governi. Senza i 40 professionisti del coordinamento attuariale-statistico interno, ha affermato Tridico, all’Inps “non potremmo fare nulla”.

Oggi in Italia gli attuari lavorano per il 45% nelle assicurazioni, 16% nel welfare, 5% nel mondo finanziario, 5% nelle Autorità di vigilanza, 13% esercitano la libera professione. Tra 10 anni, ha affermato Tiziana Tafaro, presidente da un anno dell’Odine degli attuari, si può ipotizzare che queste percentuali diventino 35% assicurazioni, 18% welfare, 7% mondo finanziario, 6% Autorità di vigilanza, 15% libera professione e 10% “wider fields”, nuovi campi di attività a cominciare dai rischi sistemici. Su questa strada gli attuari, esperti di dati e numeri, dovranno utilizzare sempre di più le nuove tecnologie: intelligenza artificiale, machine learning, strumenti di analisi dei Big Data.

“L’attuario è uscito dal guscio dei numeri, senza abbandonare mai il suo ruolo di visionario” aggiunge la presidente. “Siamo quelli che guardano sempre oltre l’orizzonte – aggiunge la Tafaro – a volte rischiando di non essere del tutto compresi. Da sempre svolgo la mia attività professionale al servizio delle problematiche di welfare, e troppo spesso quello che è chiaro a chi maneggia con perizia i numeri non appare sempre chiaro a tutti. A volte siamo un po’ Cassandre”.

I problemi di sostenibilità del welfare, il suo equilibrio tra primo, secondo (e in parte terzo) pilastro si incrociano con le attività di business delle compagnie di assicurazione così come delle società finanziarie e delle Pubbliche Amministrazioni. “Gli attuari sono pronti a offrire la loro competenza al legislatore, per progettare i nuovi equilibri della protezione sociale. Il welfare di domani lo dobbiamo costruire oggi e noi abbiamo gli strumenti per farlo”. Una delle esperienze di particolare attenzione svolta dalla presidente degli attuari riguarda l’evoluzione ei Fondi sanitari integrativi: “Nonostante una legislazione e una vigilanza assai incomplete, il sistema dei fondi sanitari si sta dimostrando sensibile allo sguardo del futuro, che inizierà prima e meglio, quanto prima e meglio si integreranno sanità e previdenza”.

Un orizzonte chiaro, ma verso il quale il Paese (e la normativa) va a tentoni. Con incertezza. Sarà la vocazione di lungo periodo degli attuari, ma le quattro parole che guidano il loro percorso professionale – prudenza, giustizia, fortezza e temperanza – coincidono con le quattro virtù cardinali che indirizzano i credenti verso l’eternità.

Ma forse questo è uno sguardo troppo lontano per l’orizzonte mondano, sta di fatto che la globalizzazione e i rischi sistemici, dalle crisi finanziarie alle pandemie come quella del Covid, cambiano per gli attuari il quadro di riferimento. “Interdipendenze e complessità – ha affermato nel suo intervenendo al Congresso di Roma Paolo Garonna, docente alla Luiss e Direttore Febaf – non si chiudono all’interno della finanza o della politica economica, ma riguardano sempre di più i rapporti tra economia, società e politica”.

In Italia gli attuari oggi sono circa 1.200. La domanda continua a essere superiore all’offerta. Da sempre lavorano nelle assicurazioni vita e danni, nella previdenza, nella finanza. Da tempo hanno consolidato nuove competenze ed esperienze nella gestione del rischio, anche delle imprese non finanziarie, e nei fondi sanitari. Ma nel prossimo futuro dovranno saper affrontare i nuovi rischi sistemici e ambientali in un mondo sempre più interconnesso, sempre più regolamentato da norme sovranazionali. “Occorre un attuario con una capacità di visione globale, olistica, strategica – ha concluso Tiziana Tafaro – che nella valutazione delle incertezze possa essere di sostegno alla società, alla politica, alle aziende”.

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