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Da workplace a worksphere: l’ufficio è cambiato per sempre

ufficio smart working lavoro ibrido

Dal workplace alla worksphere, un ecosistema tenuto insieme dalla tecnologia. La versione originale di questo articolo fa parte del Dossier Welfare 2021, allegato del numero di Fortune Italia di novembre 2021. Il dossier può essere consultato online a questo indirizzo.

PROVIAMO A USCIRE dal dibattito filosofico sullo smart working. Proviamo a sottrarci allo ‘scontro ideologico’ tra smartworkisti e ufficisti, una cosa è certa, dopo la pandemia si continuerà a parlare almeno di ufficio diffuso. E l’ufficio che conoscevamo prima di Covid, sarà sempre di più un’altra cosa. Il ‘benessere’ in azienda dovrà fare i conti con questi nuovi spazi.

Lo spazio e il luogo di lavoro sono cambiati, per sempre. Daniele Di Fausto, ceo di Efm (una delle società che si occupa della nuova progettazione degli spazi aziendali) si è intestato uno slogan spesso ripetuto in questi mesi: siamo passati dall’headquarter all’hubquarter: “Una delle caratteristiche più evidenti è la destrutturazione degli ambienti di lavoro tradizionali, basati sull’unità e la rigidità dei perimetri di spazio-tempo-azione, che sembravano servire perfettamente la causa delle classiche organizzazioni tayloriste: luoghi di produzione definiti e controllati (gli headquarters); organizzazioni gerarchiche rigide che distribuiscono compiti pianificati al fine di minimizzare l’uso delle risorse e massimizzare il profitto. La pandemia ha rotto improvvisamente questi confini: ha separato definitivamente lo spazio dalla sua funzione; ha frammentato e sovrapposto il tempo in cui svolgere il lavoro (o in cui dedicarsi alla vita privata); ha indebolito la funzione diretta di controllo, autonomizzando forzatamente i lavoratori”.

L’ufficio non potrà restare indenne da queste trasformazioni in atto. Secondo una indagine condotta da “Il Prisma”, uno studio di architettura specializzato nell’analisi dei luoghi di lavoro, ci sarà bisogno di molte meno scrivanie (dal 30 al 50%), che non vuol dire una proporzionale diminuzione degli spazi di ufficio, ma una rigorosa ri-progettazione della “worksphere”, intesa come ecosistema di touchpoint del lavoro (ufficio, casa, e altri luoghi come i bar, co-working, lounge di stazioni e aeroporti, etc.) tenuto insieme da una infrastruttura di dati e device tecnologici.

Secondo Arianna Palano de Il Prisma, “la worksphere vedrà la prevalenza di due luoghi: le abitazioni e lo spazio ufficio, che tornerà a popolarsi, ma con regole nuove. Questa sarà una fase in cui le aziende dovranno fare “hacking” dello spazio di lavoro: adattare ciò che esiste alle mutate esigenze e necessità”. In questa fase di “space hacking” per il futuro prossimo, possiamo aspettarci che solo chi avrà necessità si recherà in ufficio, la maggior parte della forza lavoro sarà invitata a lavorare da casa. “Il rapporto tra fisico e digitale sarà ancora a favore del secondo in un rapporto 30/70” commenta Palano.

Tra i fenomeni più interessanti di questo periodo ci sono i primi esperimenti di space sharing, cioè l’apertura degli spazi della propria azienda a gruppi diversi dai dipendenti. “Un esempio è rappresentato dall’Hub Quarter Ecosystem Iniziative lanciata recentemente da alcune grandi corporate italiane – racconta Di Fausto – L’obiettivo è quello di indirizzare la nuova grande disponibilità di spazi e la libertà di scegliere tempi e modi del lavoro verso dinamiche ecosistemiche generative guidate dall’identificazione del particolare “potenziale relazionale” (conoscenze, competenze, interessi, comunità, ecc.) disponibile nei diversi luoghi. L’apertura, la capacità di dialogo inter-organizzativo, l’attitudine a costruire relazioni ecosistemiche, sono proprio i tratti più importanti per guidare le persone ad abitare efficacemente i nuovi relational workplaces, gli ambienti di lavoro ‘post-topici’ che la pandemia ci lascerà”.

 

La versione originale di questo articolo fa parte del Dossier Welfare 2021, allegato del numero di Fortune Italia di novembre 2021. Il dossier può essere consultato online a questo indirizzo.

 

 

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