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Eni, si chiamerà Plenitude la quotata di retail e rinnovabili

plenitude

Da diversi mesi, Eni lavora all’unione del suo business retail, quello gestito attraverso Eni gas e luce, con il business delle rinnovabili. Nel 2022 questa unione arriverà al suo coronamento, con la quotazione in Borsa di un veicolo societario nuovo. Oggi, nel corso del suo Capital markets day, Eni ne ha annunciato il nome: quella che in questi mesi è stata conosciuta come Eni R&R si chiamerà Plenitude, e punterà a un Ebitda da 1,3 mld nel 2025, a investire 1,8 mld l’anno (l’80% sulle rinnovabili, che arriveranno a 15 GW di capacità installata nel 2030) e a crescere di pari passo nel retail, con più di 15 milioni di clienti (tra Italia e estero) nel 2030.

Ad annunciarlo lo stesso Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, e Stefano Goberti, da poco nominato Amministratore Delegato della società che integra rinnovabili, retail e mobilità elettrica, che sarà denominata Eni-Plenitude.

Come già annunciato a inizio autunno, Eni ha stabilito che l’IPO sia la miglior soluzione per rendere evidente il valore del business e intende completare l’operazione nel 2022 in base alle condizioni di mercato. La nuova entità “si inquadra nella strategia e nell’impegno a lungo termine di Eni a essere una compagnia energetica decarbonizzata e incentrata sulla sostenibilità”, dice il colosso petrolifero. “La decisione è inoltre in linea con uno scenario industriale favorevole, con la crescita della domanda di energie rinnovabili e di prodotti energetici verdi per clienti retail”.

Tra gli elementi chiave della nuova società, elencati da Eni, ci sono quelli finanziari: la società punta a essere finanziariamente indipendente da Eni e a un EBITDA più che raddoppiato, da 0,6 miliardi nel 2021 a 1,3 miliardi di euro nel 2025, con una crescita guidata da un piano di investimenti medi annui da €1,8 miliardi nel periodo 2022 – 2025, concentrati soprattutto sulle attività rinnovabili che attrarranno oltre l’80% della spesa complessiva. L’indipendenza finanziaria da Eni coinvolge proprio gli investimenti, che saranno finanziati dai flussi di cassa e dall’emissione di debito. L’obiettivo di leva finanziaria nel medio termine è pari a 3-4x l’EBITDA.

Per Descalzi “l’IPO di Plenitude è un caposaldo della nostra strategia di decarbonizzazione e un passaggio fondamentale della trasformazione in atto di Eni. È il primo passo nella creazione di un soggetto industriale e finanziario volto a ridurre le emissioni di CO2 Scope 3, e si inquadra nel nostro più ampio impegno volto a creare valore attraverso la transizione energetica”.

La transizione “è prima di tutto una sfida tecnologica. Lo sviluppo e la rapida implementazione da parte di Eni di tecnologie proprietarie ha creato un vantaggio competitivo nel nostro settore. Oggi, per valorizzare le nostre soluzioni tecnologiche e liberare il loro pieno potenziale, stiamo creando veicoli aziendali indipendenti, come Plenitude, con strutture finanziarie pienamente ottimizzate. Questa società attirerà nuovo capitale, libererà valore e accelererà la transizione energetica. Eni manterrà una quota di maggioranza in Plenitude e supporterà il nuovo veicolo con tecnologie proprietarie, competenze ingegneristiche e di project management. Tramite l’IPO, puntiamo a liberare più risorse per offrire maggiori ritorni ai nostri azionisti e disporre di capitale aggiuntivo per la transizione energetica”.

Per Stefano Goberti, Plenitude è “l’avamposto della strategia di decarbonizzazione di Eni. La nostra proposta, unica sul mercato, combina la produzione di energia rinnovabile con la vendita di soluzioni energetiche e una rete capillare di infrastrutture di ricarica per le auto elettriche. Ecco perché possiamo essere i migliori alleati delle persone nell’affrontare la transizione energetica. La nostra offerta fa leva su alcuni elementi strategici fondamentali: asset con presenza globale e tecnologicamente avanzati, 10 milioni di clienti e numerosi progetti di energia rinnovabile di prossima realizzazione. Possiamo contare su un bilancio solido, un accesso indipendente ai mercati finanziari, la disponibilità di cassa generata dal retail e un’organizzazione strutturata supportata da un forte azionista di riferimento. Il modello di business di Plenitude ci consentirà di generare valore in un mercato sempre più competitivo, di crescere, di fornire prodotti decarbonizzati ai nostri clienti e ridurre a zero le emissioni di CO2 Scope 3 entro il 2040”.

Una partenza in discesa

Tra i punti rimarcati da Eni ci sono quelli relativi alle favorevoli condizioni che Plenitude avrà davanti a sé quando inizierà le operazioni. Oltre a una posizione finanziaria netta prossima a zero al 1° gennaio 2022, attraverso il business rinnovabili di Eni, Plenitude ha già un portafoglio di impianti di energia rinnovabile in esercizio pari a 1,2 GW a fine 2021 ed è la seconda più grande piattaforma per la mobilità elettrica in Italia, con investimenti realizzati direttamente o tramite acquisizioni. Questa realtà integrata, con circa 2.000 dipendenti, opererà nell’ambito dell’intera catena del valore dell’energia elettrica.

L’integrazione per Eni apporterà benefici tangibili, dicono la società del cane a sei zampe: il business delle rinnovabili potrà fare leva sull’accesso preferenziale ai clienti, con la flessibilità di stipulare contratti di “Power Purchase” (PPA) quando si concretizzano le più favorevoli condizioni di mercato.

Nel business retail, la maggiore integrazione dei sistemi energetici e la crescente consapevolezza e interesse dei clienti nei confronti dell’offerta green rappresentano “un’opportunità per creare valore aggiunto”, dice Eni. Il business della mobilità elettrica contribuirà inoltre alla generazione di ulteriori volumi di vendita e di sinergie. La strategia di energy management avrà un ruolo centrale nel catturare valore mediante la gestione ottimale delle opzioni offerte dalla gestione integrata, a livello europeo, dei vari portafogli di generazione e commercializzazione di energia.

Il business retail, che genera flussi di cassa affidabili, contribuirà a finanziare i progetti di energia rinnovabile e mobilità elettrica. E per quanto riguarda la quotazione, dice Eni, si punta a un profilo investment grade e alla capacità di accedere in modo indipendente ai mercati dei capitali, con un forte azionista di riferimento dalla consolidata impronta industriale e con un’organizzazione ben sviluppata.

Tra gli impegni relativi alla sostenibilità:

  • Impegno a raggiungere il target di emissioni nette pari a zero entro il 2040, fornendo il 100% di energia decarbonizzata a tutti i clienti.
  • Nell’energia elettrica, vendite B2C completamente decarbonizzate già dal 2022 e, entro il 2030, tutte le vendite saranno decarbonizzate. La generazione da rinnovabili è attesa coprire la domanda dei clienti nel 2040.
  • Nel gas, i clienti avranno a disposizione contratti di fornitura con emissioni Scope 3 azzerate tramite compensazione, con l’obiettivo di fornire il 100% di gas decarbonizzato entro il 2040.

Sulle rinnovabili, si punta a oltre 6 GW di capacità installata rinnovabile entro il 2025, obiettivo supportato da una pipeline di progetti ben identificati, per poi raggiungere oltre 15 GW di capacità installata entro il 2030.

I numeri del retail, invece, puntano su 10 milioni di clienti destinati a crescere a 11,5 milioni entro il 2025, e a oltre 15 milioni entro il 2030. Plenitude prevede di accrescere la propria base clienti, in particolare di energia elettrica, attraverso l’espansione internazionale, con un obiettivo di crescita del 60% della base clienti sui mercati internazionali entro il 2025; la liberalizzazione dei mercati dell’energia, con clienti in uscita dai portafogli degli operatori storici, per Eni può essere un’ulteriore leva di crescita.

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