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Immobiliare, cresce la domanda ( e guarda alle aree suburbane)

settore immobiliare coronavirus virtual tour

Luxury&Finance – Si consolida la crescita del mercato immobiliare italiano, che ha approfittato della prima tregua concessa dalla pandemia per cercare la strada del rimbalzo. Una via che resta e resterà strettamente connessa con il progressivo miglioramento macroeconomico. E intanto la domanda si sposta sempre più verso le aree suburbane.

Secondo Nomisma, che ha presentato l’overview sul Terzo Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2021, è il Pnrr a favorire la capacità di rilancio dell’economia italiana, insieme a una guida delle istituzioni che sono è percepita salda e credibile. Dalla ricerca emerge nettamente che l’interesse delle famiglie italiane nei confronti delle case batte le aspettative e riguarda 3,3 milioni di nuclei che non necessariamente godono di una posizione finanziaria florida. Per Nomisma è “una risposta in larga parte emotiva, che presuppone un’aspettativa di strutturalità dei cambiamenti intervenuti nell’ultimo biennio, la cui capacità di resistenza appare tutt’altro che scontata, non appena il morso del Covid-19 allenterà la sua presa”. Per comperare casa le famiglie fanno ricordo al credito finanziario. Il ricorso al mutuo è infatti in crescita e raggiunge un tasso di copertura delle compravendite del 52,5% a fronte del 51,7% registrato nel 2019.

La dinamica dei prezzi in aumento, la convergenza tra prezzo offerto e richiesto e tempi di vendita in calo si sono riflessi in un movimento espansivo delle compravendite residenziali. A trainare la crescita del mercato è stata la domanda che ha raggiunto un’intensità prossima al massimo del periodo, mentre gli indicatori di liquidità, quali tempi e sconti, proseguono il lento recupero delle posizioni perse durante la lunga parentesi recessiva (2007-2018).

La variazione media semestrale dei prezzi delle abitazioni è pari a +0,8%. Su base annua la variazione media dei prezzi delle abitazioni risulta pari a +1,6% ed è espressione di un range che ha come estremo superiore il +4,1% di Milano e come estremo inferiore il -1,2% di Palermo.

Nel settore direzionale, la stabilità dei prezzi su base annua è sintesi di un mercato connotato da una dinamica tuttora incerta. La variabilità del segmento è compresa tra il -2,7% di Palermo e il +1,6% di Roma. Per il segmento commerciale – invece – la tendenza riflessiva dei valori è l’esito naturale delle ripercussioni dell’indebolimento dei consumi sui bilanci delle attività commerciali. La variazione annua dei prezzi dei negozi, pari a -0,6%, rappresenta la sintesi di un campo di oscillazione che va dal -3,1% di Padova al +1,6% di Milano. I tempi medi di assorbimento degli immobili in vendita variano in relazione alla tipologia, per le abitazioni occorrono in media 5,5 mesi per perfezionare l’acquisto, mentre sono necessari 9 mesi sia per gli uffici sia per i negozi. Nel secondo semestre dell’anno lo sconto praticato sul prezzo richiesto nella media dei 13 maggiori mercati italiani si è attestato al 12,2% per le abitazioni, al 15% per gli uffici e al 15,2% per i negozi.

Il dato più qualitativo che emerge dalla ricerca è che la domanda si sposta sempre più verso localizzazioni suburbane, rispetto al comune capoluogo. La domanda di locazione nel corso del 2021 non ha recuperato i livelli pre-Covid. Rispetto ai livelli del primo semestre dell’anno, la domanda di locazione di un’abitazione è comunque cresciuta in media di 3,5 punti percentuali, fino ad arrivare ad un incremento di 10 punti percentuali nel mercato di Venezia terraferma.

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