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Il nuovo welfare comincia dal layout dell’ufficio

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Il benessere dei lavoratori, quindi un buon piano di welfare, non può più prescindere dal luogo, dall’ufficio, dalla qualità del layout e degli spazi, che la pandemia ha imposto di ridisegnare.

Tutte le grandi aziende si stanno interrogando sulla gestione degli uffici, perché in ufficio, poco o tanto i dipendenti dovranno tornare. I lavoratori in smart working, dopo la punta di 6,5 milioni dello scorso anno, sono ormai poco più di 4 milioni. Ma non è solo una questione di numeri.

Anche coloro che rientrano contano di trovare un ambiente diverso, non solo per motivi igienico-sanitari. Benessere, first. “Si è detto tutto e il contrario di tutto sul futuro e il presente degli uffici. In DEGW da anni accompagniamo le aziende nei loro percorsi di crescita e di sviluppo. Grazie ai nostri clienti, alla nostra passione e alla continua ricerca e sperimentazione vediamo i trend e capiamo cosa chiedono le persone al proprio ambiente di lavoro, fisico o virtuale che sia”. Alessandro Adamo è direttore di DEGW, uno dei sei brand con cui opera il Gruppo Lombardini22, base a Milano, attivo in tutta Italia, e non solo.

Hanno progettato gli ambienti di lavoro di Torre Allianz e PWC a Citylife, le sedi milanesi di Microsoft, EY, Siemens, Prysmian, Inter, Heineken e a Roma IBM, FOX, EY Wavespace.

“Dal nostro osservatorio – aggiunge Adamo – assistiamo a un cambiamento del lavoro tradizionale gerarchico e ripetitivo, organizzato per processi lineari a un lavoro forse meno strutturato in un modello a maglia. E questo cambiamento libera nuovi scenari in cui tutti noi possiamo dare un contributo. Quali previsioni di ritorno nelle sedi si stanno prefigurando? Ci sono stime che prevedono ci si attesterà attorno a un 65-70% delle presenze e i ragionamenti delle aziende immaginano in media due giorni di lavoro da remoto e tre in presenza. Questo avrà un impatto importante sul ridisegno degli spazi e non si può pensare che questo processo avvenga solo in termini di quantità”.

I dipendenti che hanno preso parte alle survey di DEGW, circa 8.000, hanno espresso il desiderio di poter continuare a lavorare in modo flessibile anche nel periodo post pandemia, alternando lavoro da remoto e presenza in ufficio, in una percentuale variabile tra le varie società e i diversi dipartimenti: sui 5 giorni lavorativi l’aspettativa è quella di alternare lavoro in casa e in ufficio con un rapporto di circa 2 a 3.

Il futuro è ibrido, anche in ufficio. Ma soprattutto l’ufficio non può essere il “passato”. “Tutte le aziende oggi stanno riflettendo sui loro processi, sui temi dello spazio e delle persone. Se da un lato abbiamo visto che si può lavorare anche senza andare in ufficio – continua Adamo – dall’altro ci siamo accorti di quanto sia importante e fondamentale avere uno spazio fisico e riconoscibile dove incontrarsi. Quindi da un lato ci si chiede quanto spazio-ufficio è realmente necessario, dall’altro le aziende stanno pensando a come utilizzare le superfici in modo diverso, pensando ad aree per lo sviluppo della creatività o per la condivisione e per generare il senso di comunità. Aiutiamo le aziende a dare creare uffici flessibili ed empatici, dove il lavoro possa crescere grazie all’interazione delle persone e al loro grado di soddisfazione. Spazi di lavoro, quindi, che favoriscono il benessere personale”.

Poiché ora abbiamo scoperto di non essere più vincolati alla presenza in ufficio per rimanere funzionali, dobbiamo fare in modo che l’ufficio sia il luogo in cui le persone vogliono andare, non essendo obbligate a farlo. Una cosa è certa. Lavorare (e studiare) al 100% da casa non è sostenibile a lungo termine. Ma nemmeno lo sono quelle ipotesi che cercano semplicemente un rapporto ottimale “casa/ufficio”. “È necessario abbandonare la logica binaria – conclude Adamo -. Con la fine dell’orario fisso (dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18) e del luogo unico, si tratta di attivare nuove modalità: collaborazioni ibride, molteplici e aperte a un ampio ventaglio di scelte. Il progetto che definisce il layout dell’ufficio diventerà una componente sempre più strategica per ricentrare e sottolineare l’identità dell’azienda, rendendo lo spazio fisico una metafora ancora più espressiva, un concentrato ancora più denso del posizionamento della filosofia aziendale e della politica delle risorse umane”.

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