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Dal cloud ai pc, Lenovo punta tutto sull’Everything-as-a-service

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Dal concetto di prodotto da acquistare a quello di servizio a cui abbonarsi. L’everything as a service sta conquistando sempre più mercato, in qualsiasi settore. Nel tech, Lenovo ha optato per un approccio radicale. Dai pc al cloud, da questo autunno offre alle aziende clienti tutto il proprio portfolio sotto forma di servizio, e con un unico cappello, in modo da unificarne la commercializzazione: quello del brand TruScale. Un modello che secondo l’Executive Director di Lenovo in Italia, Emanuele Baldi, prepara Lenovo al “mercato di domani”.

La multinazionale di origine cinese (60 mld di dollari di fatturato, attiva in 180 Paesi) ha presentato la nuova strategia durante l’evento annuale Tech World: ha preso il brand TruScale, finora dedicato ai servizi infrastrutturali, e lo ha esteso a tutte le proprie offerte as-a-service. Una soluzione che così può accorpare tutti i servizi in un singolo contratto. In questo modo, secondo Lenovo, si soddisfa un’esigenza sempre crescente delle imprese: aggiornare in continuazione la propria tecnologia. La digital transformation sta accelerando più che mai e le aziende faticano a rimanere al passo con l’innovazione. Ogni giorno i CIO ci dicono che le esigenze tecnologiche delle loro organizzazioni cambiano ogni 12-18 mesi”, ha commentato Ken Wong, presidente del Solutions & Services Group.

Esigenze nuove

Secondo Baldi, l’azienda ha adottato la strategia pensando al “mercato di domani”, cercando di prevederne le dinamiche: “La pandemia ha cambiato molti dei parametri in gioco, e l’esigenza di non acquistare tanto un prodotto quanto un servizio ha avuto un’accelerazione brutale”.

Le aziende, dice Baldi, si sono rese conto che le loro esigenze sono cambiate. “Acquistare il prodotto ingessa l’organizzazione e il supporto, non dà valore all’azienda”. Per questo, racconta l’Ad, i servizi in generale crescono a un ritmo del 10% l’anno, ma l’everything as a service va molto più veloce.

Secondo ricerche Gartner, Idc e Lenovo, il mercato dell’as-a-service cresce quattro volte più rapidamente rispetto al totale dei servizi di assistenza tecnica. Entro tre anni, i modelli as-a-service rappresenteranno il 12% della spesa per server con architettura x86 (macchine adatte ai carichi di lavoro mission critical), e oltre il 50% della nuova spesa per lo storage aziendale, con una crescita annuale integrata (CAGR) del 40%. Sempre entro tre anni, l’as-a-service rappresenterà il 17% della spesa per PC aziendali, rispetto all’1% di due anni fa e con una crescita annuale del 50%.

Quello del ‘device as a service’ non è un mondo nuovo per Lenovo. Ma con il passaggio nell’offerta TruScale, i dispositivi on demand si uniscono a servizi, dal supporto per il ciclo di vita delle macchine ai finanziamenti per ridurre il costo totale di proprietà, ovvero il costo totale di un dispositivo durante tutta la sua vita.

Emanuele Baldi, Executive director di Lenovo in Italia. Courtesy Lenovo.

Lo scenario italiano

La tendenza per l’ED di Lenovo è incontrovertibile: a un certo punto la maggior parte dei servizi IT verrà acquistato attraverso abbonamento. Un trend in cui Asia e America sono avanti, ma sul quale sta recuperando anche l’Italia. Il nostro Paese, ricorda Baldi, amministratore delegato per il mercato italiano dal 2017, è fondamentale per Lenovo: come nel resto del mondo, l’azienda è tra i primi tre provider di infrastrutture IT e di dispositivi. Secondo Baldi, qui il fatturato di Lenovo e Motorola (il produttore di smartphone è stato acquistato nel 2014) arriva quasi al miliardo di euro.

Intanto, lo scenario è quello di un Paese a cui l’as-a-service piace parecchio. Nel 2021, secondo i dati dell’Osservatorio sulla cloud transformation della School of business del Polimi, i servizi Platform as a service (PaaS) sono cresciuti del 31%, raggiungendo i 390 mln di euro. Quelli Software as a service (SaaS) rimangono i più rilevanti per valore (1,1 miliardi di euro), ma rallentano la propria crescita dopo il boom legato all’emergenza sanitaria del 2020, crescendo del 13%. Quelli Iaas (infrastructure as a service) crescono del 23%, a 898 mln di euro.

Sull’implementazione del business dei servizi, rispetto a quello della vendita di dispositivi, Baldi dice che l’Italia è ancora indietro rispetto ad altri Paesi, ma “attraverso le attività di formazione e sul territorio e tramite partner stiamo cercando di spostare il modello di vendita”, che rimane incentrato sulla vendita di hardware, ma con modalità nuove. In Italia, spiega Baldi, si è sempre venduto più hardware che servizi. Ma oggi le esigenze delle aziende le stanno spingendo a cambiare filosofia. Per questo a inizio 2021 Lenovo ha raddoppiato i ranghi, arrivando a una quarantina di persone tra vendite e supporto alle imprese.

L’Everything-as-a-service non risolve magicamente tutti i problemi, dice Baldi. “Ingessa i clienti su una soluzione di cui non hanno anche chiaro l’utilizzo, perché le loro esigenze stanno cambiando troppo rapidamente”, e come quando acquistano prodotti, che si tratti di storage per i propri dati o pc aziendali, si ritrovano “vincolati” al proprio acquisto. La soluzione che ha messo in piedi Lenovo (“con un’incubazione di due anni”) invece applica all’everything-as-a-service l’utilizzo a consumo che di solito caratterizza il cloud. “Così si può avere a disposizione una soluzione completa andandola però a pagare solo in base all’utilizzo che ne faccio, con un flessibilità nuova rispetto a prima”.

Secondo Lenovo, un approccio flessibile nel modo di usufruire di servizi IT diventerà un fattore competitivo per le aziende, ormai entrate in un modello di lavoro che predilige lo smart working all’ufficio classico.

Le sfide della supply chain

Altro tema da affrontare è quello delle catene di approvvigionamento. Lenovo, ha conquistato un posto nella Top 25 Global Supply Chain list di Gartner, con il merito, dice la società, “di essere stata la prima azienda del settore a riprendere la produzione durante la pandemia, grazie alla capacità produttiva distribuita a livello globale, in oltre 30 siti nel mondo”.

La situazione, dal 2020 in poi, è stata “estremamente complessa”, dice Baldi. Sia dal punto di vista dell’approvvigionamento delle componentistiche, sia da quello della logistica. Nel primo periodo della pandemia c’era uno “shortage fondamentalmente di volume, quindi c’era un ritardo nelle consegne ma una discreta visibilità sul prodotto. Intanto, i costi, in parte assorbiti da Lenovo ma con un inevitabile impatto sui prezzi finali, sono aumentati: quello della componentistica è salito del 30%, quelli della logistica sono decuplicati, dice Baldi.

A marzo 2021 la situazione è migliorata, ma dopo la problematica dei volumi è arrivata quella della previsione sulle disponibilità dei prodotti. Il tutto, accompagnato dall’aumento della domanda iniziato nel 2020.

La domanda di Pc Lenovo a livello mondiale, ad esempio, è cresciuta del 18% su base annua nel trimestre concluso a settembre, con un volume d’affari pari a 15,3 miliardi di dollari, in ascesa del 21% rispetto a un anno fa, e utili per 1,2 miliardi (+34%).

“Il picco c’è stato nel 2020” ma anche il 2021 si mantiene su livelli simili, dice Baldi. L’incapacità di prevedere la disponibilità delle forniture ha avuto un impatto sulle linee di prodotti. La situazione per Baldi “è in miglioramento, anche perché la domanda si sta riducendo”. Al netto delle incertezze legate all’evolversi della pandemia, per Baldi nel 2022 “si avranno consegne più stabili, anche grazie alla nostra presenza globale che ci distingue”.

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