NF24
Cerca
Close this search box.

L’inflazione morde ancora ma le scelte di Bce e Fed non sono univoche

inflazione

Nell’area dei 37 Paesi Ocse, tra i quali figurano le economie più forti al mondo, l’inflazione morde ancora. E’ proprio l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nata più di sessant’anni fa, a certificare l’ulteriore balzo in avanti del trend inflazionistico. Ma Banca centrale europea e Federal reserve continuano a percorrere strade diverse.

La prima non aumenterà i tassi di interesse per tutto il 2022 anche se oggi il presidente uscente della Bundesbank, il rigorista Jens Weidmann – che cede il passo a Joachim Nagel – fa notare che il “contesto è ancora di grande incertezza” e riserva qualche critica a Francoforte che non è mai uscita del tutto dalla modalità di crisi. “Lo stato di emergenza permanente ha lasciato il segno”, dice il banchiere. “Il quadro di riferimento della politica monetaria è cambiato. Introducendo misure di politica monetaria non standard, il Consiglio direttivo della Bce si è avventurato in un territorio prima inesplorato”. A preoccupare il ‘falco’ tedesco è l’accavallamento tra scelte di politica monetaria e scelte di politica fiscale.

“I banchieri centrali non sono dei politici eletti e quindi non dovrebbero prendere decisioni riservate a parlamenti e governi”, afferma. “In caso contrario, potrebbero mettere a rischio la loro indipendenza e quindi le basi per una politica monetaria orientata alla stabilità”. Stilettate rivolte al board della Bce, che pure con le politiche espansive ha dato non poco ossigeno ai Paesi dell’Eurozona dopo lo choc pandemico e quello economico. E che con ogni probabilità una parte del nuovo governo tedesco, l’area liberal, potrebbe condividere più di quanto si immagini.

E’ tutto da vedere quanto in futuro il nuovo numero uno Nagel sia disposto ad allinearsi alle politiche dell’Eurotower. Molto dipenderà dai rapporti di forza tra l’ala solcialdemocratica e verde e i conservatori del governo di Berlino. Ma in ogni caso è difficile pensare che l’indirizzo dell’Istituto di Christine Lagarde possa subire modifiche.

Oltreoceano il cambio di passo della Federal reserve si fa invece più veloce. Non è in discussione che la principale Banca centrale occidentale abbia deciso – a fronte di un’inflazione che negli Usa sta correndo a velocità record – di alzare i tassi almeno tre volte in questo nuovo anno a partire da marzo. Ne è certo il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic. Ma se davvero basterà rivedere al rialzo i tassi e, dunque, il costo del denaro per tenere a bada l’inflazione è tutto da verificare. Molti analisti ed esperti continuano a nutrire forti preoccupazioni, innanzitutto per l’aumento dei prezzi dell’energia. Le fonti fossili stanno registrando costi record nonostante l’obbligo di riduzione delle emissioni di Co2 e nonostante gli obiettivi di riduzione dell’impatto determinato dall’uso degli idrocarburi sui cambiamenti climatici. Il prezzo del carbone è aumentato del 9% e la domanda della materia prima cresce ancora da parte di Cina e India. E’ sempre l’Ocse a confermare i dati.

Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), la struttura intergovernativa fondata proprio dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, la domanda mondiale di carbone dovrebbe salire a 8.025 milioni di tonnellate nel 2022, “il livello più alto mai visto e vi rimarrà fino al 2024”. Insomma, a breve termine i ‘vecchi’ combustibili saranno ancora i più diffusi per fronteggiare il fabbisogno energetico a dimostrazione che la transizione green è difficile e ancora lenta.

In Ue, nel frattempo, non si ferma il confronto-scontro sulla Tassonomia Verde. La Germania non arretra sul nucleare e si oppone alla possibilità di inserirlo in una classificazione di fonti ecologiche. La Francia con il ministro Le Maire incalza: “Per noi è essenziale che ci rientri”.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.