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Lapucci (OGR): la sfida italiana dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico

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Massimo Lapucci è uno dei manager italiani più brillanti e intraprendenti in circolazione. È Segretario Generale della Fondazione CR Torino, terza fondazione di origine bancaria italiana per entità del patrimonio, Amministratore Delegato di OGR, le ex officine per la riparazione dei treni nel cuore di Torino, oggi riconvertite in un eccellente innovation hub, già Presidente di EFC-European Foundation Centre, il network della filantropia istituzionale che riunisce oltre 300 organizzazione di 40 Paesi. Grazie alla sua esperienza internazionale in società private e quotate in vari settori e in organizzazioni non profit in Europa e in America, Lapucci è riuscito anche nell’impresa di trasformare le OGR Torino in un centro di sperimentazione internazionale focalizzato sulla cultura contemporanea, la ricerca, l’accelerazione di startup, con programmi che coinvolgono oltre 130 realtà all’anno provenienti da tutto il mondo.

Le OGR sono uno dei più importanti esempi di architettura industriale di Torino. Nate a fine Ottocento come grande polo per la costruzione e riparazione dei treni, punta di diamante della tecnologia e del progresso con manodopera di eccellenza, le OGR hanno dato impulso alla crescita industriale della città per quasi un secolo. Nei primi anni Novanta del ‘900, le OGR Torino sono state progressivamente abbandonate e ridotte in uno stato di degrado. Nel 2013 Fondazione CRT ha acquisito l’edificio per conto della città, e avviato un grande progetto di riqualificazione, mantenendo però il Dna originario: un’officina del progresso, dell’innovazione, della costruzione e della riparazione, non più dei treni, ma delle idee. A settembre 2017, dopo mille giorni di lavoro, sono state inaugurate ufficialmente nella loro nuova veste. Si tratta del più grande investimento diretto su un unico progetto da parte di Fondazione CRT in trent’anni di storia, nonché uno dei principali esempi di venture philanthropy in Europa. Abbiamo incontrato Massimo Lapucci per parlare della partnership tra OGR e Fortune Italia, nata quest’anno, che ha in calendario già diversi incontri e appuntamenti di carattere tech e digital negli spazi delle ex Officine Grandi Riparazioni di Torino. Abbiamo parlato di big data, social impact e cybersicurezza, ma anche di finanza sostenibile e di digital divide, temi al centro dello scenario socio-economico attuale.

Quest’anno prende il via la partnership fra Fortune Italia con OGR Torino. Tra gli eventi in programma, il Iº Innovation Business Roundtable Forum e un incontro sulla cybersicurezza e i big data. OGR si è distinta nel tempo come incubatore di importanti realtà del tech e dell’innovazione, avviando, ad esempio, il primo centro sui Big Data per il non profit. Può spiegarci in cosa consisterà nello specifico questa partnership? 

Partendo proprio dal Iº Innovation Business Roundtable Forum, l’evento curato da Fortune Italia e incentrato sul potere positivo della tecnologia e dell’innovazione, la partnership rappresenta per noi una formidabile occasione per rafforzare il posizionamento delle OGR come soggetto attivo dell’innovazione tecnologica, con un’attenzione particolare al mondo delle imprese. Questa collaborazione va anche nella direzione da noi da tempo perseguita di favorire l’ibridazione tra profit e non profit, considerato che Fortune si rivolge, in via prioritaria, al mondo delle imprese, dell’economia e della finanza.

L’innovazione e lo sviluppo tecnologico come hanno favorito la sostenibilità del progetto OGR Torino?

L’impresa di riqualificazione e rigenerazione urbana delle OGR Torino è stata una sfida nel segno della sostenibilità, a cominciare da quella ambientale ed economico-finanziaria. Abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo, procedendo passo dopo passo con grande pragmatismo unito a una visione molto chiara fin dall’inizio: riqualificare l’hardware, ossia l’edificio, pensando contemporaneamente anche al software, e cioè ai progetti, ai contenuti, alle iniziative. Gli spazi sono dotati dei migliori standard di sostenibilità ambientale e di sicurezza tecnologica, tra cui un centro elaborazione dati certificato Tier III, tra gli standard più elevati al mondo. Le OGR Tech si candidano a essere sempre più un punto di riferimento nazionale e internazionale per stimolare le dinamiche legate all’innovazione tecnologica in molti settori strategici, come smart cities, space economy, industry 4.0, intelligenza artificiale, smart data, robotica, gaming, blockchain, scienze della vita. In una città che è laboratorio di idee e innovazione, le OGR sono una progettualità strategica a impatto, per lo sviluppo sostenibile e inclusivo in ottica Paese.

Come illustrano i dati sulla digitalizzazione presentati dal rapporto Censis del 2021 e dall’ultimo rapporto Desi 2021, la crisi pandemica ha acuito le disuguaglianze di carattere socio-culturale ed economico, che vanno a sommarsi a quelle causate dal digital divide. In Italia, come emerge dai dati, il processo di digitalizzazione si attesta ancora al di sotto della media europea (60%) ed esistono forti squilibri e differenti gradi di accesso alle tecnologie dell’informazione. In che modo e con quali strumenti, secondo lei, Governo e le aziende possono accelerare il processo di informatizzazione digitalizzazione e colmare il gap sempre più profondo che si è venuto a creare fra le diverse fasce di popolazione?

Credo che la pandemia abbia creato e acuito alcune diseguaglianze, a partire proprio dall’accesso all’educazione online. Questo è un tema cruciale che richiede un approccio congiunto del mondo delle Istituzioni, ma anche del mondo del profit e del non profit, incluse le Fondazioni come CRT. Ogni volta che una persona non riesce ad accedere agli strumenti digitali e, quindi, deve rinunciare a percorsi di formazione, quella rinuncia è una sconfitta non solo per l’individuo, ma per l’intera società. Le crisi finanziarie che si sono succedute negli ultimi dieci-quindici anni, inoltre, hanno molto rallentato quell’ascensore sociale che, in passato, attraverso un diffuso accesso alla formazione anche universitaria, consentiva una crescita dell’individuo dal punto di vista non solo culturale e di formazione complessiva della persona, ma anche dal punto di vista sociale ed economico.

Può fornirci, al riguardo, alcuni esempi concreti su cui state intervenendo? 

Il primo esempio è NextEdu alle OGR, un programma di accelerazione europeo disegnato per le start up del mondo dell’edtech. Vogliamo sostenere le start up che sviluppano soluzioni digitali, programmi innovativi, tecnologie all’avanguardia per la didattica e la formazione per tutte le fasce di età e in diversi ambiti, a cominciare da quello scolastico e pedagogico fino a quello professionale. Fondazione CRT porta avanti questo progetto attraverso Fondazione Sviluppo e Crescita, uno dei propri bracci operativi, e xEDU, il più importante acceleratore europeo con sede ad Helsinki. Credo che l’integrazione di soluzioni digitali, in particolare dell’AI e della virtual reality nell’edtech possa aiutare gli studenti e rendere ancora più rapidi ed efficaci i processi di knowledge transfer. L’altro esempio è Treccani Futura, di cui sono Presidente. Si tratta di una piattaforma tech nell’education, che testimonia l’impegno del Gruppo Treccani nel ridefinire la propria strategia e ampliare gli ambiti di operatività, tenuto conto dell’esigenza di colmare l’attuale gap a livello Paese. Treccani Futura si rivolge a studenti, insegnanti, aziende, professionisti, manager e a chiunque voglia rafforzare le proprie competenze e riattivare il percorso di riqualificazione professionale. È un’iniziativa al servizio della formazione dell’individuo, con la volontà di renderlo sempre più preparato in un mondo che cambia con grande rapidità, sotto la spinta dell’accelerazione tecnologica.

Massimo Lapucci sarà il protagonista della rubrica The Conversation in edicola nel numero di marzo di Fortune Italia, dedicato al tema dell’AI.

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