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Quirinale, i mercati promuovono il bis di Mattarella

Il bis di Sergio Mattarella al Quirinale fa sorridere i mercati. Più di ogni altra cosa, infatti, gli analisti finanziari hanno sempre sottolineato la necessità che questo passaggio non portasse a instabilità. Il mantenimento dello status quo, con Mario Draghi ancora a palazzo Chigi, viene per questa ragione letto in maniera positiva.

Secondo l’agenzia di rating S&P, il secondo mandato consentirà al governo “di concentrarsi sulla realizzazione di un secondo ciclo di riforme nell’ambito dell’impegno dell’Italia previsto dal Piano di ripresa nazionale”, anche perché – ricorda – “nell’ambito del programma Next generation EU, l’Italia dovrebbe ricevere 191,5 miliardi di euro (poco meno del 12% del Pil) di sovvenzioni e prestiti entro il 2026”.

Matteo Ramenghi, Chief investment officer di UBS WM in Italia, sottolinea come”sebbene siano diventate più importanti negli ultimi anni, le elezioni presidenziali italiane sono solitamente un non-evento per i mercati” ma “questa volta era una questione completamente diversa perché rischiavano di intaccare la stabilità del governo”. A suo giudizio, infatti, “il premier Mario Draghi, fonte di fiducia da quando è entrato in carica da presidente del Consiglio un anno fa, era considerato un candidato credibile per la carica” ma “alcuni partiti hanno lasciato intendere che avrebbero lasciato la coalizione nel caso in cui Draghi si fosse trasferito al Colle, una minaccia che era stata presa sul serio da molti investitori”.

Secondo un report degli analisti di Barclays, la conferma di Sergio Mattarella al Quirinale è “positiva nel breve termine per gli asset italiani e per l’economia dal momento che si preserva lo status quo ed è eliminato il rischio di un incidente politico immediato” ma “la coesione della maggioranza di governo è danneggiata” e se questo quadro non influenzerà l’attuale azione di riforma dell’esecutivo tuttavia “potrebbe generare instabilità con l’avvicinarsi delle elezioni politiche del 2023”.

L’ufficio studi di Equita sposta lo sguardo anche oltre il 2023. La rielezione, si legge nel commento, è la soluzione “più favorevole per i mercati, perché fornisce stabilità al governo fino alla fine del mandato naturale del Parlamento” ma anche perché “lascia aperta la possibilitàper Draghi di diventare presidente dopo le elezioni politiche, se Mattarella decidesse di dimettersi prima della fine del suo nuovo mandato di 7 anni”.

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