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Ecco come il blocco delle riserve estere ‘congela’ il forziere di Putin

Dopo l’annessione della Crimea da parte di Putin nel 2014, la Banca centrale russa ha iniziato ad accumulare riserve estere. Da allora, le riserve di valuta estera e oro di Mosca sono quasi raddoppiate, passando dagli 368 miliardi di dollari di sette anni fa ai 630 miliardi di dollari attuali.

L’obiettivo di questa accumulazione di riserve era quello di proteggere l’economia russa dalle sanzioni, fornendo alla Banca centrale le munizioni necessarie per difendere il valore del rublo. Tuttavia, dopo l’annessione della Crimea, la moneta russa ha già perso la metà del suo valore rispetto al dollaro, costringendo la Banca centrale a spendere 130 miliardi di dollari per stabilizzarla.

Il problema principale legato alle riserve estere è che circa la metà del denaro è detenuto in banche estere e attualmente la Russia non può accedervi.

Congelamento della Russia

Lunedì, Stati Uniti, Giappone e Unione Europea hanno impedito alla Banca centrale russa di utilizzare miliardi di riserve estere che Mosca aveva nelle loro banche. I leader di questi Paesi hanno dichiarato congiuntamente: “Mentre le forze russe scatenano il loro assalto a Kiev e ad altre città ucraine, siamo determinati nel continuare a imporre sanzioni alla Russia che la isoleranno ulteriormente dal sistema finanziario internazionale e dalle nostre economie”.

Il congelamento delle riserve estere non ha completamente isolato la Russia dai suoi fondi. L’embargo consente ancora alla Russia di utilizzare le riserve estere per i pagamenti energetici, offrendo una sorta di salvacondotto alla Banca centrale. Inoltre, la Russia può ancora accedere al 13% delle sue riserve detenute in yuan cinese.

L’unica grande economia emittente di valute di riserva estera che non ha congelato le relazioni con la Russia è la Cina. Mercoledì, l’autorità di regolamentazione bancaria cinese ha dichiarato che “non parteciperà” alle sanzioni contro la Russia, aggiungendo che queste “non funzionano bene e non hanno basi legali”.

Cosa sono le riserve estere

Le riserve estere sono scorte di oro, debito estero e valuta estera detenute dai governi, solitamente legate alle principali valute mondiali come dollari, euro, sterline, yen e yuan. Sebbene un Paese possa detenere riserve estere nelle proprie banche, i governi spesso preferiscono mantenerle all’estero per evitare costose transazioni internazionali e ottenere un accesso diretto ai mercati delle valute estere e del debito. “Grandi scorte di riserve estere sono molto utili per isolarsi dagli shock economici globali”, come ha sottolineato Emma Ashford del Modern War Institute di West Point.

Le riserve di valuta estera sono particolarmente utili per gestire l’inflazione interna, poiché le banche centrali possono acquistare e vendere riserve in valuta estera per controllare il valore della propria moneta. Se una banca centrale utilizza le riserve estere per acquistare la propria moneta, il suo valore aumenta. Se invece vende la propria valuta per aumentare le riserve, il valore della moneta nazionale diminuisce.

Dopo l’invasione dell’Ucraina della scorsa settimana, la Banca centrale russa ha cercato di utilizzare le sue riserve per sostenere il rublo, mentre i cittadini russi si sono affrettati a convertire la loro valuta in dollari ed euro in previsione delle sanzioni occidentali. Il 24 febbraio, la banca ha iniziato a vendere le sue riserve estere per acquistare la moneta russa, che all’epoca era scambiata a 87 rubli per dollaro. Da giovedì, la valuta si è svalutata a 102 rubli per dollaro.

Una valuta in caduta libera può paralizzare un’economia. Un rublo debole rende le importazioni più costose, danneggiando sia i consumatori che i produttori, e la produzione potrebbe fermarsi poiché le aziende non possono permettersi materie prime e componenti. Non sorprende che i funzionari occidentali utilizzino attualmente le difficoltà del rublo come un altro strumento per esercitare pressioni economiche sulla Russia.

Le riserve estere sono solitamente sicure?

Non è la prima volta che gli Stati Uniti congelano le riserve estere di un Paese. Lo scorso anno, gli Stati Uniti hanno bloccato le riserve estere detenute dalla banca centrale dell’Afghanistan per impedire ai talebani di accedere ai fondi dopo aver preso il potere nel Paese ad agosto. Ora, l’amministrazione Biden sta utilizzando questi fondi congelati per risarcire le famiglie delle vittime dell’11 settembre e per finanziare l’assistenza umanitaria in Afghanistan, suscitando l’indignazione degli afgani.

Gli Stati Uniti hanno anche congelato le riserve valutarie dell’Iran, della Siria e del Venezuela, ma nessuno dei Paesi precedenti destinatari di tali sanzioni era così potente come la Russia. Secondo l’economista Adam Tooze, “Questa è l’opzione nucleare”, ha detto l’economista Adam Tooze al New York Times. Secondo Tooze, in precedenza “aveva perfettamente senso” che la Russia pensasse alle sue riserve estere “come una fonte di stabilità”, perché era andata esattamente così quando aveva attaccato l’Ucraina nel passato. Ma l’attuale conflitto “sta davvero cambiando le regole del gioco”, precisa.

L’articolo originale è su Fortune.com

 

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