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La pandemia, poi la guerra. La crisi delle compagnie aeree

Le compagnie aeree statunitensi hanno attraversato uno dei periodi più difficili della loro storia durante la pandemia quando i viaggi sono stati quasi bloccati, i piloti e i lavoratori scarseggiavano e il valore delle azioni è crollato. Ora stanno vivendo l’ennesima crisi con i prezzi del carburante alle stelle dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

Per i consumatori, l’aumento del costo del carburante comporterà maggiori spese di viaggio, poiché le compagnie aeree trasferiscono i costi. Si prevede che le tariffe aeree aumenteranno del 7% ogni mese fino a giugno, secondo le stime dell’app di prenotazioni Hopper.

“Penso che sarà molto difficile per la maggior parte delle compagnie aeree nei prossimi 12 mesi”, ha detto al Financial Times il Ceo di Ryanair Michael O’Leary. “Abbiamo affrontato una pestilenza solo per ritrovarci a fare i conti con una guerra”.

Post pandemia

Le compagnie aeree si stanno ancora riprendendo dalle perdite finanziarie determinate da Covid.

Quelle statunitensi hanno registrato una perdita al netto delle tasse di 35 miliardi di dollari nel solo 2020, secondo i dati del Bureau of transportation statistics. E a livello globale, le 50 maggiori compagnie aeree hanno visto il loro debito netto raggiungere i 320 miliardi di dollari lo stesso anno, secondo un’analisi FT basata sui dati della società FactSet.

Le azioni di United Airlines sono scese di circa il 75% da febbraio a maggio 2020, mentre nello stesso periodo American Airlines e Delta hanno entrambe subito un calo del 65%. Al culmine della pandemia, i contribuenti sono venuti in soccorso: tre round separati di finanziamento, per un totale di 54 miliardi di dollari, hanno pagato gran parte dei costi del personale delle compagnie aeree statunitensi per un periodo di 18 mesi.

Le compagnie avevano iniziato a riprendersi negli ultimi sei mesi con l’allentamento delle restrizioni per la pandemia. Secondo alcune stime a inizio gennaio la domanda globale di viaggi aerei avrebbe recuperato l’84% rispetto ai livelli del 2019, ma ora stanno affrontando un’altra situazione difficile.

L’aumento del carburante e il calo delle azioni

L’invasione russa dell’Ucraina alla fine di febbraio ha portato i prezzi del petrolio ben al di sopra dei 100 dollari al barile, influenzando tutto, dai costi di spedizione al carburante per aerei.

I prezzi di questi ultimi sono aumentati del 27,5% solo nell’ultima settimana, e sono circa il 96% superiori rispetto a un anno fa, secondo i dati dell’International air transport association (Iata).

I costi del carburante rappresentano circa dal 20% al 30% delle spese operative delle compagnie aeree, secondo il dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, il che significa che ci saranno seri aumenti dei costi per il settore in futuro. A parte l’aumento dei costi del carburante, il conflitto Russia-Ucraina ha ridotto la domanda complessiva di viaggi aerei, soprattutto in Europa.

Le ricerche di voli sono attualmente inferiori del 9% rispetto ai livelli stagionali e i costi dei biglietti aerei europei sono aumentati del 16% su base mensile nella prima settimana di marzo, secondo un nuovo rapporto pubblicato martedì sull’impatto del conflitto Russia-Ucraina sui viaggi.

A causa della guerra e dei successivi picchi dei prezzi delle materie prime, le azioni delle compagnie aeree hanno subito un duro colpo nell’ultimo mese. Quelle di United Airlines sono scese di oltre il 27% nel periodo, mentre le azioni di American Airlines e Delta sono diminuite rispettivamente del 23% e del 25% circa.

Chi si copre e chi no

Un fattore interessante nell’aumento del prezzo del carburante per i jet è la differenza nel modo in cui l’aumento del costo del carburante influirà sulle singole compagnie aeree.

Mentre alcune coprono le spese per il carburante degli aerei, acquistando in anticipo riserve per mesi, altre non lo fanno, esponendosi all’aumento dei prezzi.

I vettori low cost europei Ryanair e Wizz Air sono l’esempio perfetto della differenza di strategia. Ryanair può coprire l’80% del suo fabbisogno di carburante fino a marzo 2023 con petrolio a 65 dollari al barile, il che significa che può continuare a volare con quel carburante più economico. Ma la rivale ungherese Wizz Air non ha un grande riserva e sarà duramente colpita da prezzi più alti. Wizz ha tagliato il 7% dei suoi voli a marzo a causa della mancanza di carburante.

Tuttavia, ‘coperti’ o meno, l’aumento dei costi del carburante degli aerei rappresenterà senza dubbio un vento contrario per le compagnie.

L’articolo originale è su Fortune.com

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