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Bce: sì allo scudo anti-spread, borse in rialzo

Lo scudo anti-spread verrà approntato e questo basta alle principali Borse europee per rispondere con ottimismo. La decisione della Banca Centrale Europea ha un effetto pressoché immediato sui mercati e sul differenziale tra Btp italiani e Bund decennali tedeschi che scende a 210,9 punti.

Il Consiglio direttivo d’urgenza – convocato oggi per discutere le turbolenze registrate dopo la decisione di Eurotower di fronteggiare l’inflazione rialzando i tassi di interesse – ha prodotto risultati repentini.

L’apertura verso l’ipotesi di mettere a punto strumenti per impedire l’aumento troppo ampio dei differenziali dei rendimenti tra i titoli della Germania e quelli di Paesi più vulnerabili, come appunto l’Italia, era già trapelata ieri. La conferma è arrivata in giornata: la Bce attiverà la flessibilità nei reinvestimenti dei titoli comprati nella fase pandemica nell’ambito del Pepp, il Programma straordinario nato nel 2020 e chiuso a marzo di quest’anno, e che sono in scadenza.

Con il Pandemic emergency purchase programme la Banca centrale ha immesso liquidità nei sistemi nazionali acquistando titoli per 1.700 miliardi di euro, 280 di titoli italiani. Con i reinvestimenti si andrà incontro agli Stati che sono più esposti agli attacchi speculativi. Un esempio: ieri lo spread tra Bund tedeschi e i Btp ha toccato quota 249.

Francoforte, dunque, si impegna a combattere la “frammentazione” dei mercati. La pandemia “ha lasciato delle vulnerabilità durevoli nell’economia dell’area euro e queste contribuiscono a una trasmissione disomogenea della politica monetaria”, spiega una nota della Banca Centrale. Per questo ai “comitati tecnici dell’Eurosistema e agli uffici della Bce” è stato dato “mandato di accelerare il completamento della progettazione di un nuovo strumento anti-frammentazione da sottoporre al Consiglio direttivo”. Nella nota si ricorda che la Bce aveva “promesso di agire contro i rischi di un riacutizzarsi della frammentazione finanziaria”, ovvero dell’esplosione degli spread, “fin dal dicembre 2021, quando è iniziato il graduale processo di normalizzazione monetaria”.

In questo momento così complesso la stabilità dei prezzi e, quindi, il contenimento dell’inflazione, trainato nell’Eurozona dal caro energia, sono una priorità per Francoforte.

Ma la decisione di alzare i tassi di interesse, ovvero di aumentare il costo del denaro, non è piaciuta nel mondo degli investimenti. Una protezione contro le speculazioni che tanto preoccupazione hanno destato nei giorni appena trascorsi si rende necessaria. Da qui l’attenzione agli squilibri che si possono registrare sui mercati e che mettono in difficoltà alcuni Paesi più di altri. .

Un messaggio molto rassicurante arriva dal numero uno della Banca Centrale dei Paesi Bassi, notoriamente tra i ‘falchi’ della politica monetaria europea. Fa sapere Klaas Knot, governatore della De Nederlandsche Bank: “Oggi abbiamo deciso di attivare la flessibilità nell’attività di reinvestimento e abbiamo chiesto ai nostri comitati di lavorare per contrastare la frammentazione nel caso in cui il reinvestimento non bastasse. Se ciò accadesse state tranquilli, siamo pronti”.

Segno che nel Consiglio direttivo non c’è stato disaccordo sui temi trattati tra ‘falchi’ e ‘colombe’.

Ancora più chiaro l’italiano Fabio Panetta, board Bce: “In questa fase di normalizzazione della politica monetaria potrà esserci una iper-reazione dei mercati. Ma una cosa deve essere molto chiara: l’azione contro la frammentazione non impedisce la nostra politica monetaria ma è condizione necessaria per portare l’inflazione di nuovo al 2%”. A chi ne dubita risponde il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni: “Il rischio di frammentazione è nel mandato della Bce”. E sull’inflazione: “dobbiamo affrontare la questione sapendo che non ha la stessa origine di quella americana. I diversi percorsi adottati dalle diverse istituzioni monetarie sono completamente coerenti con queste differenze”.

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