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Fincantieri, l’eredità di Giuseppe Bono

Fincantieri Bono

Si è conclusa, dopo cinque mandati consecutivi, l’avventura di Giuseppe Bono al timone di Fincantieri iniziata nel 2002: “Anche da fuori sarò sempre uno dei vostri”. La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di giugno 2022

Lo scorso 16 maggio si è conclusa, dopo cinque mandati consecutivi, l’avventura di Giuseppe Bono al timone di Fincantieri, il più importante gruppo di cantieristica navale d’Europa, con oltre 20mila dipendenti nel mondo. Il consiglio di amministrazione della società si è infatti riunito per l’ultima volta sotto la presidenza di Giampiero Massolo (oggi presidente di Atlantia) e ha esaminato e approvato le informazioni finanziarie intermedie al 31 marzo 2022.

Il Governo Draghi – attraverso Cassa depositi e prestiti che ne possiede il 71,32% delle azioni con Cdp Industria – aveva già annunciato la decisione di voltare pagina e affidare Fincantieri a Claudio Graziano e a Pierroberto Folgiero. Non più un uomo solo al comando dunque.

Al presidente Graziano, dal 28 febbraio 2015 al 5 novembre 2018 Capo di Stato Maggiore della Difesa, sono state assegnate le deleghe in materia di rappresentanza istituzionale, supervisione della security aziendale e del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi.

Al nuovo amministratore delegato Folgiero – dal 2013 parigrado di Maire Tecnimont, gruppo industriale leader mondiale nella trasformazione delle risorse naturali – sono state conferite dal Cda ampie deleghe in materia di gestione ordinaria e straordinaria della società. Fanno parte del nuovo Consiglio anche Paolo Amato, Alessandra Battaglia, Alberto Dell’Acqua, Massimo Di Carlo, Paola Muratorio, Cristina Scocchia, Valter Trevisani e Alice Vatta.

Quella di Bono e di Fincantieri è una storia di tenacia e passione. Valori che il manager di origini calabresi impersonifica appieno.

“Il lavoro o lo fai con passione o non lo fai”, dichiarava in un’intervista esclusiva a Fortune Italia pubblicata nel luglio del 2018 in un numero che a lui dedicava la storia di copertina, agli inizi del suo quinto mandato. “Vengo da una terra in cui abbiamo dovuto tutti lottare per ottenere qualcosa. Un approccio che serve a maggior ragione in un’azienda che cambia tutti i giorni e in cui devi saper immaginare il domani cercando di anticipare il futuro”.

Bono rivendica spesso, con motivato orgoglio, le sue umili origini. Corre il lontano 1963 quando “Peppino”, allora diciottenne, lascia la sua terra natia (Pizzoni, un paesino della provincia di Vibo Valentia di meno di mille abitanti) per cercare fortuna al Nord. Si trasferisce, come molti suoi conterranei dell’epoca, a Torino, dove trova lavoro come operaio alla Omeca (joint venture fra Finmeccanica e Fiat). Dopo il diploma alle serali, si iscrive alla Facoltà di Economia dell’Università di Messina laureandosi nel 1970 con una tesi su ‘Budget e piani pluriennali in una grande azienda’.

L’anno successivo passa in Efim come impiegato. Quindi dirigente. Poi direttore. È in Finmeccanica nel 1993 come Direttore centrale Pianificazione e controllo Amministrazione e Finanza. Nel 1997 assume la guida di Alenia Difesa. L’apice della sua carriera sembra arrivare agli inizi del nuovo millennio. Nel 2000 viene nominato amministratore delegato e direttore generale del gruppo. Dopo due soli anni, nel 2002, la svolta. È costretto a scambiare la sua posizione con quella di Pier Francesco Guarguaglini e diviene amministratore delegato di Fincantieri. Sembra essere una retrocessione.

A 78 anni, dopo 20 anni alla guida, Bono lascia un colosso ai vertici del ranking mondiale del comparto navalmeccanico con oltre 7 mld di fatturato di gruppo e in ottima salute sia da un punto di vista patrimoniale che finanziario. Diciotto siti industriali nel mondo ma, soprattutto, un ruolo strategico da svolgere in un momento particolarmente complesso come quello che stiamo attraversando, caratterizzato da un preoccupante aumento del costo delle materie prime in un quadro di crisi geopolitica difficile da decifrare.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di giugno 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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