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40 Under 40 dal passato: intervista a Erika De Santi (WeRoad)

erika de santi weroad 40 under 40

Quando Fortune Italia ha incluso Erika De Santi nella 40 Under 40 del 2021 la situazione di WeRoad, startup co-fondata dall’imprenditrice classe 1988, era quella di una impresa del travel alle prese con una crisi senza precedenti come quella della pandemia. Già si intravedevano, però, i piani per il futuro. De Santi e compagni erano sbarcati in Inghilterra da pochi mesi, e dopo un 2020 di tenuta, i numeri 2021 erano in crescita. A un anno di distanza, la International expansion director di WeRoad, racconta i progressi fatti, e quelli ancora da fare, per una realtà che punta alla leadership europea del segmento travel adventure entro il 2025.

A che punto siete nel vostro percorso di crescita? E a che punto è lei, nel suo lavoro per l’internazionalizzazione dell’azienda?

La situazione l’anno scorso era molto difficile, ma siamo riusciti a far partire le nostre community in giro per il mondo, nonostante la pandemia in quelli che erano i Paesi che erano aperti al turismo e sicuri. Da allora ci siamo tolti parecchi soddisfazioni, e finalmente stiamo vedendo come il mercato si stia veramente riprendendo e stia crescendo in modo esponenziale, nel nostro caso, rispetto ai volumi pre-Covid. Abbiamo una crescita del 3,5x rispetto al 2019, a testimoniare come la voglia di ‘revenge travel’ stia diventando un po’ il mantra che guida le nostre decisioni in termini di viaggio. Per quanto riguarda l’espansione internazionale le nostre ambizioni non sono finite, anzi: sono diventate sempre più forti, proprio grazie al rimbalzo del mercato. Ora ci stiamo muovendo per aprire il mercato francese e tedesco, dopo Italia, Spagna e Uk: in queste settimane stiamo lavorando alla costruzione del team che guiderà il lancio in questi altri Paesi.

Quali sono i consigli che darebbe a un giovane manager nel mondo del travel? Pensa che il settore, sotto la spinta innovativa delle startup, si stia ‘ringiovanendo’?

A un giovane manager direi di mettere le mani in pasta il prima possibile, non fermarsi alla teoria ma testare sul campo le proprie idee. Una delle lezioni più importanti che ho appreso in questi anni, lavorando in WeRoad, è quella di guardare non necessariamente sempre al mondo del travel per poterlo innovare, ma soprattutto all’esterno. Per poter creare innovazione servono nuovi stimoli, serve vedere cosa sta cambiando sul mercato in generale. Secondo me alla base dell’innovazione c’è la curiosità e l’esplorazione di altri ambiti.

Che cosa ha significato per lei essere nominata nella 40 Under 40, lo scorso anno?

È stata una forte emozione, assolutamente inaspettata. Da buona startupper, quello che ho fatto negli ultimi anni è stato lavorare a testa bassa per far funzionare la nostra azienda e far crescere la nostra community. Quindi è stata una presa di consapevolezza del percorso fatto, non solo come startup, ma anche professionista e imprenditrice, ed è anche un momento di celebrazione. Un riconoscimento di questo calibro ha rappresentato una grandissima tappa della mia carriera professionale.

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