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Governo, Mattarella respinge le dimissioni di Draghi

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Alla fine è successo: Mario Draghi si è dimesso. Ma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha respinto le dimissioni.

Ora la giornata decisiva per il futuro dell’esecutivo diventa quella di mercoledì prossimo, dopo il vertice intergovernativo di Algeri di lunedì e martedì, dove la presenza di Draghi è confermata.

Il 20 luglio infatti il Presidente del Consiglio riferirà alle Camere, come chiesto dallo stesso Capo dello Stato durante il colloquio con Draghi (il secondo di oggi).

Dopo una giornata convulsa, a mettere un punto è il comunicato del presidente del Consiglio: “Voglio annunciarvi che questa sera rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica. Le votazioni di oggi in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico. La maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c’è più”.

Per Draghi il significato è chiaro: “E’ venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo. In questi giorni da parte mia – rivendica – c’è stato il massimo impegno per proseguire nel cammino comune, anche cercando di venire incontro alle esigenze che mi sono state avanzate dalle forze politiche”.

“Come è evidente dal dibattito e dal voto di oggi in Parlamento, questo sforzo non è stato sufficiente. Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più”, sottolinea Draghi, ringraziando il Cdm “per il vostro lavoro, i tanti risultati conseguiti. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo raggiunto, in un momento molto difficile, nell’interesse di tutti gli italiani”.

Le fibrillazioni delle ultime ore hanno pesato su Piazza Affari: quella di oggi è una chiusura in forte calo per le Borse europee, con Milano a confermare la performance peggiore. A pesare su Milano, proprio le tensioni politiche che hanno condizionato la giornata del Ftse Mib, fino a determinare un ribasso del 3,36% a 20.571 punti. Lo Spread chiude a 210, dopo aver sfiorato i 220.

Meno drastiche le perdite per le altre piazze finanziarie, sebbene siano più o meno tutte oltre il punto e mezzo percentuale: Parigi arretra dell’1,41%, Francoforte cede l’1,89%, Londra lascia sul parterre l’1,69%.

Dopo la mossa di Giuseppe Conte e del Movimento 5 stelle, è arrivata dunque la decisione di Mario Draghi.

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