Un giudice della California ha approvato un accordo da 30,5 milioni di dollari accettato da Apple a seguito di una battaglia legale decennale, legata a quando i dipendenti del gigante americano venivano costretti a rimanere dopo l’orario lavorativo di modo che i loro zaini potessero essere controllati.
Nel 2013, quando il caso è stato aperto per la prima volta, i dipendenti dei negozi Apple in California venivano sottoposti a controlli di routine dopo i loro turni lavorativi, controlli descritti come “imbarazzanti e umilianti”. L’obiettivo: assicurarsi che non avessero preso oggetti di valore. I controlli potevano richiedere fino a 45 minuti del tempo dei dipendenti.
Due membri dello staff hanno intrapreso un’azione legale, sostenendo che i controlli delle borse erano ‘compensabili’, ai sensi della legge statale. Nel 2015, il caso si è concluso quando Apple ha sostenuto che i dipendenti erano liberi di lasciare le loro borse a casa per evitare i controlli.
Caso riaperto
Tuttavia, il caso è stato riaperto dopo che i querelanti hanno fatto appello e la vicenda ha raggiunto il suo picco nel febbraio 2020 , quando la corte ha respinto l’argomentazione di Apple sulla base del fatto che i dipendenti erano tenuti dalla società a cambiare uniforme o nascondere il logo Apple al di fuori dell’orario di lavoro. Questo significava che dovevano portare con sé la loro uniforme o portare un cambio di vestiti in una borsa.
Apple ha accettato di pagare un risarcimento di 30,5 mln di dollari per i 14.683 dipendenti (pagati ad ore) che sono stati soggetti a questi controlli obbligatori tra luglio 2009 e dicembre 2014, un accordo che ora è stato approvato dal giudice William Alsup del distretto settentrionale della California.
“Nelle circostanze di questo caso e nelle realtà della vita ordinaria del 21esimo secolo, troviamo inverosimile e insostenibile l’affermazione di Apple secondo cui la sua politica di perquisizione delle borse può essere giustificata come un vantaggio per i suoi dipendenti”, ha detto la corte.
Fortune ha contattato Apple per un commento.
Non è la prima volta che i dipendenti dei grandi marchi di vendita al dettaglio ricevono un risarcimento in cause simili.
L’anno scorso, Amazon e un’agenzia lavorativa hanno pagato 8,7 mln di dollari a 42.000 magazzinieri, secondo Reuters.