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Nasa e Asi: le prime immagini dallo spazio profondo

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Non è l’Armageddon immaginato  nel cult movie con Bruce Willis del 1998, ma tanto gli assomiglia.

La prima missione di difesa planetaria della Nasa si è compiuta la scorsa notte, e l’Italia è rimasta sveglia e col fiato sospeso per attendere questo primo grande traguardo che porta anche la firma di Asi, l’Agenzia Spaziale Italiana.

Double Asteroid Redirection Test

Lanciata il 24 novembre 2021 dalla base californiana di Vandenberg, la sonda Dart (Double Asteroid Redirection Test) ha compiuto la scorsa notte la sua missione di difesa planetaria, la prima mai messa in campo dalla della Nasa, centrando l’asteroide Dimorphos con la finalità di modificarne la traiettoria.

L’impatto

La ‘collisione’ è avvenuta all’1:14, ora italiana, dopo un viaggio di dieci mesi e 13 mln di chilometri percorsi. L’evento è stato ripreso con le telecamere di LiciaCube, il minisatellite italiano staccatosi da Dart lo scorso 12 settembre, per sorvolare l’area dell’impatto a 51 km di distanza.

Alle 4:23 italiane, sono arrivate nel Centro di Controllo di Torino le prime foto storiche, che hanno testimoniato l’impatto della sonda di Nasa Dart contro l’asteroide Dimorphos. Per la prima volta nel deep space è stato possibile monitorare un evento di questa portata. Le telecamere Leia e Luke hanno ripreso l’impatto e le sue conseguenze, con immagini che saranno utili per consentire al team scientifico di valutare l’efficacia di un ‘impattatore cinetico’, ovvero la possibilità di deviare la traiettoria di un eventuale asteroide, potenzialmente pericoloso per la terra.

Il successo di questa missione è firmato Agenzia Spaziale Italiana, che ha collaborato e contribuito alla realizzazione di LiciaCube da parte di Argotec. Thomas Zurbruchen, amministratore associato del direttorato delle missioni scientifiche della Nasa, nel corso della conferenza stampa di presentazione delle prime immagini dell’impatto ha ringraziato l’Asi e l’Italia per il fondamentale apporto nel successo della missione Dart.

Deep Space

L’asteroide Dimorphos, che aveva un diametro di 160 metri e si trovava a 13 milioni km di distanza dalla Terra, è stato la ‘cavia’ di questo esperimento, progettato per mettere in pratica una delle strategie di difesa spaziale che dovrebbe tutelare il pianeta Terra nell’ipotesi in cui l’orbita di un asteroide faccia temere una collisione.

L’acquisizione delle immagini ha consentito di verificare che la traiettoria dell’asteroide è stata quasi esattamente quella prevista, e che il sistema di puntamento, denominato SmartNav, ha svolto correttamente il suo compito e che le fotocamere hanno acquisito le foto previste.

Un lavoro di preparazione durato cinque anni, a cui hanno partecipato, oltre ad Asi e Argotec, anche l’Istituto Nazionale di Astrofisica, Politecnico di Milano, Università di Bologna, Università Parthenope di Napoli e Istituto di Fisica Applicata ‘Nello Carrara’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ifac).

L’inseguimento spaziale

LiciaCube ha iniziato l’inseguimento dell’asteroide guidata non più dalle traiettorie precaricate a bordo, ma dall’Imaging System, il sistema di giuda e controllo di assetto basato sulle immagini in tempo reale. La prima finestra di comunicazione con la Terra si è aperta alle 2:15, per consentire di verificare lo stato del satellite.

Il Futuro

E’ l’inizio di una nuova stagione di missioni dedicate alla difesa planetaria. Dopo il successo della missione Dart, nel 2024 l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) prevede di lanciare Hera, la missione che dovrà esaminare e misurare il cratere lasciato dall’impatto di Dart e raccogliere ulteriori dati.

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