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Lorenzo Fontana è il nuovo presidente della Camera

Lorenzo Fondana

Che l’avesse spuntata Lorenzo Fontana, e subito, alla quarta votazione, è stata Giorgia Meloni a farlo capire a chiare lettere entrando a Montecitorio. Ai cronisti che gliel’hanno chiesto lei ha risposto: il nostro nome per la presidenza è Fontana, faremo oggi il nostro presidente della Camera.

Dopo l’infortunio di Forza Italia al Senato, che non ha votato Ignazio La Russa, alla Camera dei deputati la maggioranza di centrodestra ha dimostrato invece di essere compatta. Prima di andare in Aula, Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, ha messo le carte in chiaro: Forza Italia voterà Fontana. “Fontana con le sue doti di equilibrio sarà un ottimo candidato” ha ribadito il capogruppo uscente della Lega alla Camera, Riccardo Molinari.

E così Lorenzo Fontana, alle 12 e 3 minuti, è stato eletto presidente della Camera dei deputati. Mentre Ettore Rosato, chiamato a presiedere la seduta, continuava lo spoglio della quarta votazione, dall’Aula si è levato un applauso dai banchi del centrodestra. Era stato appena raggiunto il quorum per l’elezione. Alla fine Lorenzo Fontana incassa 222 voti su 392 votanti. I candidati di bandiera dei gruppi di centrosinistra (Cecilia Guerra), Terzo Polo (Matteo Richetti) e M5S (Cafiero de Raho) hanno raggranellato rispettivamente 77, 52 e 22 voti.    

Ma chi è Lorenzo Fontana? Vicesegretario responsabile esteri della Lega dal 2016, è eurodeputato dal 2009 al 2018, quindi eletto deputato. Nello stesso anno è stato ministro per la famiglia e le disabilità sino al 2019, vicepresidente della Camera e titolare degli Affari europei dal 10 luglio al 5 settembre 2019 nel governo Conte I.

Grande tifoso gialloblù, laureato in Scienze Politiche, Filosofia e Storia, è considerato l’esponente di punta dell’ala dura del partito. Ultraconservatore e tradizionalista, da sempre ha messo in primo piano nella sua attività politica la sua fede cattolica, in prima fila contro l’aborto, le unioni civili, la cosiddetta teoria gender, il matrimonio tra omosessuali e a difesa delle radici cristiane dell’Europa. In un convegno dell’associazione Pro Vita Onlus disse che i matrimoni gay e la teoria del gender, da un lato, e l’immigrazione di massa dall’altro, “mirano a cancellare la nostra comunità e le nostre tradizioni” paventando il rischio di “cancellazione del nostro popolo”.

Basta scorrere il suo account Twitter per capire la sua vicinanza alla storia della Chiesa e dei santi. Quasi quotidianamente twitta il santo del giorno allegando una foto e una breve nota esplicativa. Pochi giorni fa, il 7 ottobre, ha celebrato l’anniversario della battaglia di Lepanto. Quel giorno, sono le parole di Fontana, la Lega Santa riportava la vittoria “contro l’avanzata ottomana. L’Europa cristiana – aggiunge – fiera della sua identità, otteneva una straordinaria vittoria”.

Ma Fontana ha posizioni nette anche in politica estera. Pochi giorni dopo il voto criticò le parole del presidente Biden. “Probabilmente, il presidente democratico, è consapevole di quanto accadrà nelle elezioni di metà mandato, dove i patrioti Repubblicani vinceranno”, cinguettò su  Twitter.

Una elezione, quella di Fontana, contrastatissima e contestatissima anche in Aula dai leader dei gruppi del centrosinistra.   

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