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Zuckerberg licenzia 11.000 dipendenti

Zuckerberg Threads

Meta licenzia 11.000 dipendenti. È il taglio della forza lavoro più pesante nei suoi 18 anni di storia. L’annuncio era atteso e Mark Zuckerberg l’ha fatto precedere dal mea culpa. “È un momento triste. Ho sbagliato e me ne assumo la responsabilità”, ha ammesso l’amministratore delegato spiegando come il suo ottimismo sulla crescita si è tradotto in un eccesso di personale. Anche se pesantissimi, i tagli rappresentano una quota delle assunzioni effettuate da Meta nel periodo della pandemia più duro.

Il social ha infatti assunto 27.000 persone nel 2020 e nel 2021, e altre 15.344 sono state assunte nei primi nove mesi di quest’anno. Un boom che rifletteva la scommessa su una crescita sostenuta anche dopo l’emergenza Covid. I calcoli, però, si sono rivelati sbagliati: all’inizio della pandemia il “mondo si è rapidamente spostato online e la crescita dell’e-commerce si è tradotta in un’accelerazione dei ricavi. Molti avevano previsto che si sarebbe trattato di un’accelerazione permanente che sarebbe continuata”.

“Fra questi anche io – dice Zuckerberg – e così ho deciso di aumentare gli investimenti. Non è andata come avevo previsto”. La fine dell’emergenza ha infatti comportato un rallentamento al quale si sono aggiunte la guerra e l’inflazione, senza contare l’agguerrita concorrenza e gli effetti delle restrizioni imposte da Apple. Un mix che ha pesato sui conti oltre a causare un tonfo dei titoli a Wall Street, dove dall’inizio dell’anno sono in calo del 70%.

Meta sconta anche lo scetticismo degli investitori sul metaverso, il progetto lanciato lo scorso ottobre da Zuckerberg e che prevede investimenti miliardari per poter dare fra anni i primi frutti. Nonostante lo scetticismo e la pressione dei mercati, il fondatore non sembra intenzionato a rallentare sul suo piano considerandolo un lavoro di “importanza storica”.

Non volendo rinunciare al metaverso, affermano i maligni, Zuckerberg ha scelto la ‘strada più facile’ per ridurre i costi e tendere una mano agli investitori per rassicurarli. Una mossa, aggiungono, che avrà comunque un impatto limitato considerato che Meta continua ad affidarsi agli amici di Facebook e agli utenti di Instagram per i suoi ricavi.

E su Facebook e Instagram pesa la minaccia TikTok, oltre a quella di possibili inchieste sulla privacy, la sicurezza e la disinformazione politica. Nonostante lo scontento latente, gli azionisti hanno uno spazio di manovra limitato per cercare di arginare le scelte di Zuckerberg. L’amministratore delegato ha infatti il 13% del colosso e soprattutto il 54,4% dei diritti di voto e quindi “nel bene o nel male, il suo posto di lavoro è al sicuro”, commenta il Wall Street Journal.

Critiche che non sembrano intaccare la fiducia di Zuckerberg. “Credo che siamo una società profondamente sottostimata. Miliardi di persone usano i nostri servizi, il nostro core business è fra i più redditizi mai messi a punto – dice l’amministratore delegato di Meta -. Sono fiducioso nel fatto che se lavoreremo in modo efficiente emergeremo da questo rallentamento più forti e resilienti”.

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