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Coldiretti: all’estero si brinda con lo spumante italiano

spumante

Preparate i flute, il panettone (o il pandoro) già tagliato al centro della tavola, ma soprattutto: lo spumante. Capodanno sta arrivando e abbiamo una ragione in più per festeggiare: con un valore che supera per la prima volta i 2 mld di euro nel 2022, è record storico per le vendite di spumante italiano all’estero. E’ quanto emerge da una proiezione della Coldiretti, dalla quale si evidenzia che il trend di crescita registrato dall’Istat, è stato del 23% nei primi nove mesi dell’anno.

Se in Italia lo spumante si classifica tra gli acquisti irrinunciabili nello shopping delle feste, anche all’estero non sono mai state richieste così tante bollicine italiane. Che in numero di bottiglie, con una crescita del 9%, dominano nettamente nei brindisi globali: davanti allo champagne francese, che però riesce ancora a spuntare prezzi superiori.

Fuori dai confini nazionali, come sottolinea Coldiretti, i consumatori più appassionati sono gli americani. Che hanno speso per le bollicine italiane ben il 13% in più nel 2022. Al secondo posto ci sono gli inglesi che non sembrano essere stati scoraggiati dalla Brexit, con un aumento del 27%. Su valori più bassi, si trova invece la Germania, con un +14% in valore. E il ‘nostro’ spumante, piace molto anche alla Russia, con un incremento del 9% nonostante le tensioni causate dalla guerra.

In vetta alla classifica delle bollicine italiane preferite nel mondo? Il Prosecco. Insieme all’Asti e al Franciacorta, che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese. Tanto che proprio sul mercato transalpino si registra – precisa la Coldiretti – una crescita record delle vendite del 32% che si colloca cosi al quarto posto tra i principali clienti.

Anche i dati dell’Osservatorio Uiv-Ismea (che stima che saranno 341 milioni le bottiglie di spumante italiano stappate tra Natale e Capodanno), analizza la forte incidenza sulla produzione del Prosecco: che oggi è arrivata al 70% degli spumanti imbottigliati nel nostro Paese. E di una propensione all’export che lo rende il prodotto tricolore dell’agroalimentare più commercializzato nel mondo, con un valore complessivo che supera 1,6 mld di euro. 

Non è tutto oro quel che luccica, però. Sul successo delle bollicine made in Italy nel mondo pesano – come sottolinea ancora Coldiretti – gli aumenti dei costi di produzione diretti o indiretti a causa del caro energia. Dai vigneti, dove i rincari sono stati fino al +170% per i concimi, fino alle cantine, dove una bottiglia di vetro costa fino al 70% in più rispetto allo scorso anno.Ad aumentare sono anche i prezzi dei tappi, delle gabbiette per i tappi, delle etichette e dei cartoni di imballaggio, per i quali si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%. Una situazione resa ancora più difficile dalla contemporanea crescita delle imitazioni a livello mondiale che – conclude la Coldiretti – fanno concorrenza sleale alle produzioni originali.

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