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Il matrimonio Lufthansa – Ita? Farà volare anche l’aeroporto di Fiumicino

Le trattative tra Lufthansa e il Governo sulle sorti di Ita Airways sono a buon punto. Entro l’estate la compagnia aerea di bandiera tedesca dovrebbe acquisire una quota di circa il 40 per cento di Ita. Secondo Andrea Giuricin (nella foto in evidenza), docente di Economia dei trasporti all’Università di Milano Bicocca e tra i massimi esperti del settore in Italia, questo matrimonio potrebbe essere una delle soluzioni migliori per il futuro di Ita. Proviamo a capire perché.

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti. È lui che sta seguendo le trattative Ita/ Lufthansa

Qual è la situazione attuale in cui si trova Ita? 

Lufthansa ha fatto la propria offerta al Ministero dell’Economia e delle Finanze per ottenere il 35-40% della quota azionaria della società (ricordiamo che 100% di Ita, in questo momento, è di proprietà del Mef). Questa offerta adesso verrà valutata e il Governo dovrà decidere se accettare o meno la proposta del gruppo tedesco. La riflessione dell’esecutivo è infatti complessa, non verte soltanto sul prezzo quanto sulle condizioni di vendita.

Teniamo inoltre conto che Ita è nata il 15 ottobre del 2021 quindi è di fatto una startup, una compagnia ancora in perdita. Con essa Lufthansa sta facendo un investimento abbastanza rischioso. Punta su Ita per sviluppare il lungo raggio dall’Aeroporto di Fiumicino ma è chiaro che ci sono ancora tante incertezze sia sul futuro della compagnia italiana sia sull’eventuale sua integrazione in quella tedesca. 

Quali sono le incertezze che pesano di più su questa eventuale fusione? 

Le incertezze sono diverse, prima fra tutte se il Governo, vendendo il 40% di Ita, voglia lasciare anche il controllo della compagnia a Lufthansa.

Quest’ultima ha le capacità per poterlo fare ed è chiaro che, anche con una quota minoritaria, potrebbe essere il soggetto più idoneo a gestirla. Un po’ come avviene con Trenitalia in Spagna che possiede il 45% di Iryo ma essendo le competenze utilizzate quelle della società italiana è lei a decidere della compagnia. Dunque, uno dei quesiti principali è se lo Stato deciderà di fare il cosiddetto socio silente. 

L’altro elemento di dubbio è cosa farà Lufthansa se l’investimento iniziale dovesse rivelarsi meno vantaggioso di quel che prevedeva. Dopo aver acquistato in una prima fase il 40% di Ita, con l’obiettivo di arrivare al 100%, potrebbe decidere di fare dietrofront e questo è un altro rischio di mercato difficile da predire. 

Quindi, anche se dovesse andare in porto l’acquisizione, la vera incognita è se Ita riuscirà nel breve periodo a dimostrarsi un buon investimento?

Per far partire Ita sono stati messi molti soldi pubblici che ora come ora sta perdendo. È una startup partita in un periodo, quello del 2021, sicuramente non facile per il comparto e si trova in un mercato molto complesso. L’unica cosa certa secondo me è che Ita non può stare da sola sul mercato perché da sola continuerà a perdere soldi, all’interno di qualche grande gruppo magari avrà più speranze di farcela. Non ne siamo sicuri ma è l’unica opzione praticabile al momento. 

Quali sono i possibili risvolti del matrimonio tra Lufthansa e Ita?

Da un punto di vista di mercato Ita è un operatore relativamente piccolo. Nel 2022 ha fatto più o meno 10 milioni di passeggeri su 135 milioni, questo vuol dire che è arrivata a toccare tra il 6% e 7% del mercato italiano.

La cosa interessante è che se dovesse entrare in Lufthansa diventerebbe realmente parte integrante del gruppo e l’Aeroporto di Roma Fiumicino potrebbe avere un suo sviluppo come hub ottenendo più voli a lungo raggio e rendendo così più profittevole la stessa Ita. È chiaro che tutto questo è molto complesso vista la forte competizione nel settore che si riscontra in Italia.

ita airways alitalia
Aereo della compagnia ITA Airways. Livrea azzurra è in servizio sulla tratta Roma-Milano

Quindi questa fusione sarebbe interessante non solo per Ita ma anche per l’Aeroporto di Fiumicino.

Fiumicino è un ottimo aeroporto se lo guardiamo dal punto di vista di efficienza, dati e premi vinti. Nonostante la debolezza di Alitalia e al di fuori del periodo Covid Fiumicino negli ultimi anni è riuscito a crescere bene trovandosi nuovi clienti.

L’aeroporto di Roma inoltre ha appena ricevuto la quinta stella Skytrax, che lo identifica come un aeroporto a cinque stelle. Nel mondo sono solo 12 gli hub a cui è stata assegnata e in Europa Monaco era l’unico a vantarne il riconoscimento. Dunque, è chiaro che sia Ita sia lo scalo romano adesso hanno tutto l’interesse affinché funzioni bene questo ipotetico investimento perché ci guadagnerebbero entrambi. È la cosiddetta “Win to win situation”.

Come mai l’hub romano ha ottenuto questo riconoscimento? 

Erano già cinque anni che era stato votato come miglior aeroporto italiano. Gli investimenti che sono stati fatti, compresa tutta la parte dei nuovi terminal, sono stati significativi e hanno portato l’aeroporto di Fiumicino a diventare un vanto per il nostro Paese.

Se guardiamo poi in generale tutti gli aeroporti italiani sono ben gestiti. Basti pensare che sono efficienti e che sono cresciuti a livello di servizi. Anche durante l’estate scorsa quando molti scali europei sono andati sotto stress, provocando blocchi e ritardi ovunque, quelli italiani sono stati tra i pochi a riuscire a gestire la situazione di crisi nel picco di traffico. 

File di passeggeri, all’aeroporto di Fiumicino a causa degli scioperi nazionali dei controllori di volo Enav, Fiumicino (Roma), 8 maggio 2018. ANSA/ REDAZIONE TELENEWS

Quali sono stati i motivi che hanno fatto la differenza nel contesto italiano?

Sono stati diversi, primo fra tutti il fatto che la cassa integrazione speciale ha evitato i licenziamenti che invece negli altri paesi si sono verificati durante la pandemia. Questo ha comportato che nel momento in cui è servito nuovamente far fronte alla normalità gli operatori italiani al contrario di altri erano rimasti nel settore pronti a ripartire.

L’altro motivo è il modo in cui sono stati gestiti gli aeroporti. Diversi grandi amministratori di questi hub tra gennaio febbraio scorso – quando la variante omicron era ancora predominante e si temeva per la tenuta della stagione estiva-  in contro tendenza rispetto alle previsioni avevano già iniziato ad assumere personale calibrandosi sui flussi del 2019. È un buon management quello italiano. Gli unici veri problemi che abbiamo avuto sono stati quelli di riflesso provenienti dall’estero.

Verso quali mercati dovrebbe puntare il binomio Ita-Lufthansa?

Sicuramente dovrebbe puntare di più sulle tratte del lungo raggio. Lufthansa ha tutto l’interesse a potenziare, oltre al Nord America che è indubbiamente un buon mercato, quello del Sud America dove la compagnia tedesca è più debole rispetto ai competitors. Quindi quello, anche grazie a una certa quota di immigrazione italiana che vive nella zona, è un mercato appetibile. 

Il gruppo inoltre può aspirare a diventare un punto di riferimento anche nel Mediterraneo per tutti quei passeggeri, magari in partenza dalla Grecia ma anche dagli altri Paesi, che vogliono andare in America. Fiumicino, infatti, ha le strutture già pronte per fare questo passo in avanti. Ora è da vedere se Ita e il gruppo tedesco riusciranno a concludere l’acquisizione e sviluppare questa strategia. Non è facile perché sono un operatore molto piccolo e il mio dubbio è che questa operazione sia stata fatta con troppi anni di ritardo. Era dal 2017 che dicevo che probabilmente il miglior partner per l’allora Alitalia fosse Lufthansa e ora siamo al 2023 e Ita è molto più debole adesso. 

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