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Passato boom pandemia, Zoom taglia 15% dipendenti e vola in Borsa

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Passata la sbornia delle riunioni da remoto ereditate dalla pandemia, Zoom torna alla realtà. Il boom dell’emergenza Covid e dei lockdown è passato. La società annuncia un taglio di 1.300 posti di lavoro. Via il 15% della sua forza totale. La riduzione è accompagnata dal taglio del compenso dell’amministratore delegato Eric Yuan e dall’abolizione del suo bonus.

Misure drastiche premiate da Wall Street, dove i titoli Zoom arrivano a guadagnare il 9%. Esplosa durante la pandemia, quando le sue dimensioni sono triplicate in soli due anni, Zoom di recente ha rallentato la sua corsa con la riapertura degli uffici e il ritorno degli incontri in persona.

“Non abbiamo trascorso troppo tempo ad analizzare attentamente se stavamo crescendo in modo sostenibile. Sono responsabile per questi errori”, afferma Yuan in una comunicazione ai dipendenti, sottolineando che le riduzioni riguarderanno tutte le divisioni della società e annunciando che il suo salario per l’esercizio fiscale sarà il ridotto del 98% e che per lui non ci saranno bonus. Tagli anche per la sua squadra di più stretti collaboratori: non riceveranno bonus e vedranno il loro salario di base ridursi del 20%.

A pesare su Zoom non è stato solo il rientro in ufficio ma anche una concorrenza aggressiva, con Microsoft Teams in prima fila. Con i tagli la società va a rafforzare l’ondata di società tecnologiche costrette a riduzioni della forza lavoro dopo il boom della pandemia. Oltre ai colossi della Silicon Valley hanno infatti annunciato riduzioni Dell e Ibm, rispondendo così all’aumento dei tassi di interesse e all’incertezza economica che pesa sulle loro prospettive e sui loro clienti.

 

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